la vicenda giudiziaria
Nomine a Foggia, chiuse le indagini su Emiliano, Ruggieri e i Cera
La difesa del governatore: già esclusi i gravi indizi di colpevolezza
La Procura di Foggia ha chiuso le indagini su Angelo e Napoleone Cera, padre e figlio, accusati di tentata induzione indebita a dare o promettere utilità (inizialmente l'accusa era di tentata concussione) per una serie di nomine e assunzioni tra le Asl e i consorzi di bonifica della Capitanata. L’inchiesta del pm Antonio Laronga e Marco Gambardella riguarda anche - tra gli altri - il governatore Michele Emiliano e l’assessore regionale al Welfare, Salvatore Ruggieri, accusati di concorso in corruzione per un’altra nomina, quella del presidente della Asp di Chieuti.
È stato lo stesso Napoleone Cera a dare notizia su Facebook della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini: “Finalmente una buona notizia!”, ha scritto riferendosi alla “vicenda giudiziaria che mi ha riguardato”. L’avviso di conclusione prelude normalmente alla richiesta di rinvio a giudizio, che riguarderà dunque anche il presidente della Regione nell’imminenza della nuova tornata elettorale: “Prendiamo atto con rispetto - dichiara l’avvocato di Emiliano, Gaetano Sassanelli - e osserviamo che l’accusa si riferisce a una ipotesi su cui il gip ha già rilevato l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza”. Sulla ipotesi di corruzione per la nomina alla Asp (che secondo l’accusa Emiliano avrebbe voluto concedere in cambio del supporto elettorale dei Cera al suo fedelissimo Miglio, sindaco di San Severeo), infatti, il gip Dello Iacovo aveva respinto la richiesta di arresto per i due Cera che erano finiti ai domiciliari il 17 ottobre scorso per le richieste di assunzioni fatte ai vertici del Consorzio di Bonifica della Capitanata.
"Si faccia presto - ha concluso Napoleone Cera su Facebook - ad accertare e fare chiarezza su una vicenda della quale sono totalmente estraneo avendo agito sempre nell'interesse collettivo. Sono un uomo delle istituzioni e come tale ho piena fiducia nell'operato della magistratura".
L’indagine coinvolge anche il direttore generale della Asl di Foggia, Vito Piazzolla, e il consigliere comunale di Manfredonia, Rosalia Immacolata Bisceglia. Piazzolla è accusato di induzione indebita e abuso d’ufficio in relazione all’internalizzazione del servizio Cup della Asl, che – secondo la Procura – sarebbe stato bloccato su pressione dei Cera così da favorire la società appaltatrice esterna. Per la Bisceglia l’accusa, insieme ai Cera, è invece di voto di scambio: nel 2019 in cambio del suo supporto elettorale a un candidato dell’Udc per la Provincia di Foggia, la Bisceglia avrebbe ottenuto l’assunzione della figlia come addetta stampa di Napoleone Cera.
L'indagine, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Bari agli ordini del colonnello Pierluca Cassano, è stata ribattezzata "C'era una volta". "Durante la fase di indagini preliminari - precisa una nota della Procura di Foggia - è stata concessa agli indagati l’opportunità di poter fornire chiarimenti in ordine alle ipotesi investigative oggetto di contestazione nelle forme e nei tempi previsti dal codice di procedura penale vigente, nel pieno rispetto del diritto di difesa, costituzionalmente garantito. Tale facoltà non è stata volutamente esercitata dagli indagati nel pieno rispetto delle loro legittime prerogative difensive". Il riferimento è al governatore Emiliano, che non ha ritenuto di dover rispondere ai magistrati inquirenti o rendere dichiarazioni.
CERA: «PREGIUDIZI NEI MIEI CONFRONTi» - «A monte evidentemente c'era già un giudizio nei miei confronti. Io non so se le altre Procure Italiane hanno mai intitolato le indagini nei confronti di politici, ma è grave che la Procura di Foggia abbia intitolato la mia vicenda giudiziaria come «c'era una volta». È quanto commenta il consigliere regionale Napoleone Cera, a cui stamattina la Procura della Repubblica di Foggia ha notificato, insieme ad altre 5 persone, tra cui il padre Angelo Cera, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l'assessore regionale al welfare Salvatore Ruggeri, un avviso di conclusione delle indagini.
«Nel diritto e nella procedura penale, la presunzione di non colpevolezza è il principio secondo cui un imputato è innocente fino a prova contraria - riprende Napoleone Cera. Ma evidentemente non è questo il caso». Cera chiede quindi che «si faccia presto ad accertare e fare chiarezza su una vicenda della quale sono totalmente estraneo avendo agito sempre nell’interesse collettivo. Sono un uomo delle Istituzioni e come tale ho piena fiducia nell’operato della magistratura».