L'emergenza
Cerignola, rischio caos rifiuti: «Rescisso il contratto, serve nuovo gestore»
Commissariati i Comuni del bacino Fg-4: la società che gestisce gli impianti è a un passo dal fallimento
La scorsa settimana è arrivato il commissariamento del Comune per mafia. Ma già 20 giorni prima, a fine settembre, anche la Regione aveva commissariato il sindaco di Cerignola, Franco Metta, per il caos rifiuti che rischia di mettere in ginocchio un pezzo della provincia: il consorzio Foggia/4, ormai sull’orlo del fallimento, non è in grado di riattivare né gli impianti né la discarica, con il risultato che i rifiuti devono essere mandati in giro per la Puglia. A costi astronomici.
Sarà dunque il direttore generale dell’Ager, Gianfranco Grandaliano, a dover trovare un nuovo gestore per gli impianti di bacino. Con Sia, a dicembre 2017, è avvenuto il battesimo nel mondo dei rifiuti di Aseco, la controllata di Acquedotto Pugliese che ha completato i lavori di messa a norma della linea di Tmb (il biostabilizzatore). E proprio Aseco, o in alternativa Amiu Puglia (la società del Comune di Bari che è poi intervenuta anche a Foggia) potrebbe subentrare al consorzio sull’orlo del baratro.
Negli scorsi giorni il Tribunale fallimentare di Foggia ha respinto, dichiarandola inammissibile, la (seconda) proposta di concordato preventivo della Sia, gravata da 31 milioni di debiti, che avrebbe voluto pagare la maggior parte dei creditori privilegiati vendendo (per 7,9 milioni) gli impianti che sono di proprietà pubblica. A questo punto Sia è, letteralmente, ad un passo dal «crac», con i suoi 300 dipendenti che si occupano della raccolta e che oggi possono andare avanti solo grazie alla protezione dai creditori garantita dalla procedura di concordato. Ma il fallimento resta dietro l’angolo.
Anche per questo, dopo una ennesima diffida che è rimasta lettera morta, Grandaliano dovrà procedere alla risoluzione del contratto per la gestione degli impianti tra il consorzio dei Comuni e la Sia (che è degli stessi Comuni), «in ragione - è scritto nella delibera di giunta - del grave inadempimento degli obblighi di legge e delle prescrizioni recate nel titolo autorizzativo e della incapacità tecnica-economica del concessionario a provvedervi». E, soprattutto, dovrà avviare i lavori per il completamento degli impianti e l’apertura del nuovo lotto di discarica, con l’obiettivo di «individuare celermente» il nuovo gestore: per la progettazione e l’effettuazione dei lavori, il provvedimento di giunta prevede esplicitamente il ricorso a una gara pubblica.
La revoca del contratto verrà notificata nei prossimi giorni, insieme alla richiesta della nuova autorizzazione ambientale a nome dell’Ager. L’input della Regione è di individuare, presumibilmente, un gestore pubblico, ma sul punto non c’è finora alcuna decisione. Oggi i rifiuti raccolti nel bacino vengono trattati quasi interamente negli impianti di biostabilizzazione di Foggia, per poi essere conferiti nelle discariche private del Tarantino a costi di mercato, cui si sommano le spese di trasporto: significa scaricare sui Comuni, e a cascata sui cittadini, spese enormi che sarà poi difficile coprire senza altrettanto enormi aumenti dei tributi locali. L’ampliamento della discarica, con un sesto lotto previsto da almeno due anni e sempre avversato dal Comune di Cerignola, potrebbe consentire di risolvere buona parte del problema, ma anche in questo caso i tempi non saranno brevi. A luglio 2018, peraltro, la giunta regionale aveva stanziato un milione per mettere in sicurezza il quinto lotto della discarica di Cerignola: anche questi soldi dovranno poi essere rimborsati dai Comuni.