Il rogo

Lucera, tornano i piromani del castello: brucia la pineta

Riccardo Zingaro

Le pinete della collina date alle fiamme, non basta l’indignazione per fermarli

LUCERA - Negli ultimi giorni intorno alla fortezza svevo-angioina di Lucera non si stanno concentrando solo attenzioni e interessi di carattere artistico e culturale, ma anche quelle più devastanti e drammatiche di incendi che hanno attaccato quello che resta della vegetazione sottostante. E’ accaduto in maniera vasta, prolungata ed evidente soprattutto nello scorso fine settimana, di fatto il primo della stagione estiva caratterizzato da fiamme che hanno già fatto tracciare un bilancio piuttosto pesante. In effetti negli anni scorsi queste situazioni si sono succedute con una certa frequenza, specie in determinate condizioni atmosferiche e di direzione del vento. Drammaticamente memorabile quello del 10 luglio 2010 quando andarono in fumo 4 mila alberi e 10 ettari di pineta.

Sabato e domenica, invece, si sono verificati altrettanti episodi in due luoghi diversi della stessa collina, circostanza che ha fatto sospettare ulteriormente sulla natura dolosa degli eventi che hanno avuto bisogno di interventi di una certa importanza da parte di vigili del fuoco e personale dell’Arif, l’agenzia regionale che si occupa della salvaguardia di boschi e foreste. Nel primo pomeriggio di sabato scorso è stato necessario il ricorso agli aerei della protezione civile che hanno effettuato una decina di lanci di acqua e liquido ritardante per domare le fiamme risalite dal versante sud di Colle Albano, in fondo alla Provinciale 5 per Pietra. Al mattina successivo sono riapparse praticamente subito ma sul versante opposto, quello nord, e anche da lontano si vedevano chiaramente almeno tre focolai diversi, piuttosto difficili da giustificare con un evento naturale o accidentale.

E il vento rinforzato nelle prime del pomeriggio ha ulteriormente alimentato il fuoco che in effetti ha ripreso vigore ed è stato spento solo nella notte. Da qui l’indignazione di cittadini che credono di aver capito che ci sia la mano dell’uomo dietro quanto accaduto sotto il castello e soprattutto temono il ripetersi di tali situazioni, peraltro in un momento in cui la collina è sottoposta a lavori di consolidamento sul lato sud dove l’incendio di sabato è arrivato a lambire macchinari e attrezzature del cantiere in corso da qualche mese. Il lunedì mattina sono rimaste le polemiche, i soliti strali social contro ignoti e soprattutto l’ennesimo declivio collinare annerito dal fuoco, ma zero soluzioni di prevenzione di queste situazioni, al di là di una generica richiesta di sorveglianza di un’area oggettivamente piuttosto vasta. 

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