L'intervista
Adriana applaude Giorgia Meloni: «Giusto che diventi premier»
Poli Bortone: «Per il Mezzogiorno serve un ministro all’altezza del compito»
Un ministro per il Mezzogiorno che sia capace, una riflessione sul futuro del civismo a livello regionale, la riforma elettorale. Su questi tre punti Adriana Poli Bortone, da oltre cinquant’anni a destra, a cominciare dal Movimento sociale, riflette all’indomani della vittoria del centrodestra alle elezioni politiche. L’ex ministro delle Risorse agricole nel Governo Berlusconi, e già eurodeputata, senatrice e sindaco di Lecce, non esclude che l’esito del voto possa dare qualche scossone alla maggioranza di centrosinistra del capoluogo salentino (in Municipio è consigliere d’opposizione), passando per la Regione.
Da politica sempre di destra, come considera il risultato elettorale di domenica scorsa?
«Sono contenta che sia stata eletta una maggioranza diversa da quelle che hanno dato vita ai precedenti Governi di sinistra e anche che il prossimo sarà un Governo eletto dal popolo, su questo non c’è alcun dubbio. Mi dispiace però che ci sia una legge elettorale che non dà la sovranità, se così dobbiamo dire, ai cittadini, perchè il cittadino non può scegliere niente, è tutto in mano ai partiti. Però, siccome il centrodestra ha proposto il cambiamento della legge elettorale, mi auguro lo facciano al più presto e possano riportare le preferenze sulle liste, in modo tale che i cittadini possano scegliere i loro candidati».
Il suo giudizio su Giorgia Meloni.
«Sono contenta del fatto che ci sia una donna che probabilmente sarà la presidente del Consiglio, e che sia una donna di destra, perchè questa è la sconfitta totale della sinistra, che ha predicato le pari opportunità, le quote rosa e quant’altro sino ad ora ma non è mai riuscita ad avere una rappresentante ad altissimo livello».
Cosa si aspetta, per il Mezzogiorno, dal prossimo Governo?
«Credo che debba dare la massima attenzione al Mezzogiorno, e credo che ci sarà probabilmente un ministro per il Mezzogiorno, un ministro che sia adeguato, che sia all’altezza, e che possa prendere in mano le redini della gestione del Pnrr, perchè c’è stato un po’ di stand by in questi due mesi».
Cosa teme?
«Non so se riusciremo a portare avanti entro dicembre i 59 obiettivi voluti dall’Unione europea. Soprattutto per il Mezzogiorno occorre che ci sia qualcuno che sappia veramente dare una spinta. La Carfagna, devo dire la verità, si stava impegnando. Mi auguro che il prossimo ministro si impegni almeno altrettanto».
Lei chi vedrebbe? Può fare qualche nome?
«No, io non vedo nessuno e non dico nessuno , però immagino che qualcuno eletto nel Mezzogiorno potrà fare il ministro del Mezzogiorno, non so neanche quale partito lo esprimerà e come vorranno dividere le presenze, anche perchè avere una Presidenza del Consiglio ha un peso rispetto all’organizzazione di tutto quanto il resto del Consiglio dei ministri».
Il risultato elettorale potrà avere conseguenze sulle amministrazioni locali?
«Credo che l’esito di queste elezioni potrebbe dare anche qualche scossone alla maggioranza di centrosinistra a Lecce. E poi credo anche che debbano fare una grossa riflessione su quella che è stata la funzione del civismo, a livello regionale, soprattutto. Penso che i prossimi mesi saranno di grande movimento. Poi, c’è molta gente che sale dopo sul carro del vincitore, è uno sport al quale gli italiani non si sanno sottrarre».