L'analisi
Autonomia, con i Lep si gioca sulla salute di tutti gli italiani
Per i Lea è andata peggio, la Commissione Cassese per i Lep ha ritenuto attuali quelli individuati con il Dpcm 12 gennaio 2017, come se il Covid fosse stato solo un brutto sogno
Che strano Paese è il nostro. Tutti si riempiono la bocca di Lea, tanto da garantire (a parole) l’uniformità reale su tutto il territorio nazionale. Si condiziona (lo hanno fatto in ordine di tempo Boccia, Gelmini e Calderoli) il regionalismo asimmetrico alla individuazione dei Lep e al loro finanziamento mediante costi e fabbisogni standard, senza però fare nulla in proposito. Addirittura mettendo nell’angolino del nulla la costituzione e l’avvio della solidarietà tra Regioni attraverso il Fondo perequativo, senza che l’opposizione urli al riguardo.
Per i Lea è andata peggio, la Commissione Cassese per i Lep ha ritenuto attuali quelli individuati con il Dpcm 12 gennaio 2017, come se il Covid fosse stato solo un brutto sogno. Ciò con il bene placito della minoranza di governo, la stessa che disegnò un mondo con i Lep per tutti.
Oggi è il turno della legge di bilancio per il 2026 che, al riguardo, lascia inorridito l’attento lettore. Ha ragione Antonio Decaro che, candidato alla Regione Puglia con alle spalle la presidenza dell’ANCI, si inorridisce delle scelte del Governo, di lasciare il popolo senza le prestazioni e i servizi essenziali. Sarà di certo l’unico a dirlo nella campagna elettorale che sfocerà nelle urne il 23 e 24 novembre, come nessuno lo ha detto per quelle celebrate nelle Marche, in Calabria e in Toscana.
In buona sostanza la bozza bollinata dal MEF «racconta» (art. 123-128), confermando la ratio Cassese (art. 124), le solite cose aeree già ripetute negli anni ma mai realizzate. Sogna di incrementare la sinergia tra il sistema sanitario e quello sociale ma senza avere messo a terra la case di comunità, ovunque solo teorizzate. Promette di privilegiare l’assistenza e la comunicazione agli alunni e studenti con disabilità, aggiungendo in proposito di individuare (prima o poi) i Lep afferenti all’istruzione. Tutta questa sorprendente (sic!) iniziativa senza però mettere nel piatto alcunché di finanziario.
E pensare che nel frattempo la Conferenza Stato-Regioni, nella sua generosità anche essa piena di teorie, scrive i nuovi LEA. Lo fa riempiendo il loro manuale applicativo di roba che costa: screening neonatale per la SMA e i tumori BRCA-correlati, nuovi test genetici e diagnostici, terapie innovative e ampliamento delle patologie esenti. Il tutto con un impatto stimato - con poca roba in termini della cautela necessaria a trasformare il dire con il fare - in 149,5 milioni di euro (si veda qui 23 ottobre). Ciò a fornire la prova che il desiderio non è mai soddisfatto nella sua realizzazione.
Insomma, si gioca con ciò che si desidera per la salute degli italiani e ci si presenta ingannevolmente senza i quattrini che occorrono per realizzarlo. Farlo con la legge di bilancio, si fa peccato solo a pensarlo!