il commento

L’estate ci lascia, i dibattiti tornano e i problemi restano

Alessandra Peluso

Quanto ci sono mancati i programmi televisivi autunnali che ci inondano di «querelle» politiche, laddove qualcuno mostra la realtà da ogni latitudine?

Quanto ci sono mancati i programmi televisivi autunnali che ci inondano di «querelle» politiche, laddove qualcuno mostra la realtà da ogni latitudine? L’estate appare avulsa di dibattiti culturali, di questioni sociali, sembra un guazzabuglio di «nullità» che albergano negli oggetti, parafrasando il nostro autorevole filosofo, Emanuele Severino.

È l’oggettivazione di ogni aspetto condito da intrattenimento, perché l’e-state – è noto – è fatta per trattenere e passare il tempo con frastornanti musiche a tutto volume, reading all’impazzata, balli e canti, eventi in location perché così si è cool, e il turismo è assicurato. (Si dice). C’è chi però inizia a dimostrarsi «maleducato» con i turisti di ogni dove che a loro volta sembrano sentirsi talmente liberi e sicuri che l’Italia sia il Paese del tutto è possibile, che abbandonano rifiuti, imbrattano, appaiono svestiti nel loro peregrinare e si concedono gesti di ineducazione, tanto così fan tutti. Nel frattempo la gran folla raggiunge il Salento per consumare e abusare, e per lamentarsi del cosiddetto «overtourism» ci sarà tempo. In tv ci si «trastulla» con omicidi, come se non ci fosse un domani; d’altronde, il giallo è il genere preferito d’estate. E l’inquinamento di ogni genere e grado sembra sia diventato un argomento tabù.

In uno scenario caotico si aggiunge una temperatura bollente con aria asfissiante, dove onestamente cuore e mente possono controbattere assai poco. Ma, i problemi permangono: la scuola che riapre le porte si trova a confrontarsi tra le consuete faccende da risolvere, e mentre i giornali dibattono sullo «ius scholae», i politici giocano a farsi la guerra, di fatto sulle nostre teste incombono le guerre autentiche, solo a pensarci viene il magone. Dal diritto di cittadinanza dei bambini che hanno frequentato la scuola primaria in Italia, alla «questione Mezzogiorno»: se ne parla utilizzando toni verbali accesi, offese, attacchi senza costruire un vero confronto con proposte ragionevoli. Dinanzi a temi di rilievo si utilizzano modalità di distrazione di massa.

Sono state raccolte firme per far decadere la «legge Calderoli», eppur tuttavia i nostri governanti del Sud non ci dicono quali siano i programmi per il futuro dei cittadini, le idee. Si dice soltanto che l’autonomia differenziata sarà una tragedia per il Sud che si unisce alle ulteriori drammaticità che potrebbero essere risolte, ma nessuno o pochi in concreto si muovono. Il Mezzogiorno d’Italia continua a essere lasciato al proprio destino, l’Italia intera – aggiungerebbe qualcuno – è maltrattata: i dibattiti cadono nel nulla, e non si comprende come si debba agire. Prendo in prestito la citazione di Ernesto Galli Della Loggia su De Gasperi, il quale affermava che i politici sono interessati alle prossime elezioni e non al bene dei cittadini. (Chissà). Intanto, i cittadini cosa aspettano a chiedere di essere informati sulle idee, sui temi nella loro concretezza? Saranno forse al mare a godersi gli ultimi scampoli di ferie e poi ritornare al lavoro. Si ricomincerà come sempre tra cicli e ricicli interminabili senza che qualcosa cambi. In meglio.

D’altro canto, dal 1861 a oggi il Sud si è lasciato sedurre, abbandonare e tradire. E tuttora non sembra capace di svegliarsi da questo incantesimo, siamo nella terra dei riti misterici (ci ricorda Ernesto De Martino); e ancora, «sei bello, sei mio, ti posseggo, ti sfrutto e poi ti getto». C’è del maschilismo non tanto velato in ogni frammento di terra.

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