L'analisi
«Compra ora e paghi dopo», i più giovani rischiano di essere travolti dai debiti
Che poi alla fine di innovativo c’è solo la tecnologia che lo rende facile e veloce; in fin dei conti è un «pagamento a rate senza interessi e senza commissioni». Nulla di assolutamente nuovo sotto il cielo
La Banca dei Regolamenti (BRI) di Basilea qualche giorno fa ha lanciato l’allarme: troppi debiti a rate con il BNPL - Buy Now Pay Later - o in italiano «Compra ora paghi dopo». Troppi debiti, specialmente nella Generazione Z (massimo ventenni) e nella Generazione Y o Millennials (massimo quarantenni).
Queste due coorti rappresentano oltre il 70% degli utilizzatori di questo innovativo metodo di pagamento i cui volumi galoppano negli ultimi 4 anni.
Che poi alla fine di innovativo c’è solo la tecnologia che lo rende facile e veloce; in fin dei conti è un «pagamento a rate senza interessi e senza commissioni». Nulla di assolutamente nuovo sotto il cielo.
Semplice e veloce e soprattutto non oneroso esplicitamente per il consumatore. Il costo della dilazione e del servizio lo paga il venditore al prestatore del servizio finanziario avendo opportunamente «ricaricato» il prezzo di vendita. In sostanza l’utilizzatore del BNPL, consumatore, non fa altro che pagare interessi impliciti già incorporati nel prezzo di vendita.
Mi sono ritrovato anche io a scegliere se pagare 100 subito oppure 10 rate da 10. Che dovevo fare visto che il mio interlocutore, colui che vendeva, di «sconto cassa» non ne voleva parlare? Sono entrato anche io fra gli utilizzatori del BNPL semplicemente dando gli estremi del mio bancomat.
È un non-finanziamento subdolo; infatti a differenza del credito al consumo non viene erogato da intermediari finanziari vigilati ma si presenta come un «semplice sistema di pagamento dell’impresa al consumatore». Ma gli effetti pratici sono gli stessi, se non più invasivi.
Evidentemente questa semplicità ha allarmato le autorità di controllo che analizzando gli utilizzatori del BNPL hanno notato che risultano essere consumatori senza storia creditizia o reddito basso, meno istruiti, con score più bassi, esperti in tecnologia ma meno alfabetizzati finanziariamente e senza carta di credito; in conclusione il sistema appare più rischioso rispetto alle carte di credito e meno rispetto al credito al consumo.
Considerati i tassi di crescita importanti e i default significativi, almeno all’estero dove è partito prima, il sistema va monitorato con attenzione. La stessa idea deve essere venuta anche alla Commissione Europea che il 30 ottobre ha pubblicato una Direttiva per la regolamentazione del credito al consumo distribuito mediante servizi digitali, fra cui rientrerà il BNPL, ampliando le tutele al consumatore in termini di privacy e maggiori informazioni al momento dell’offerta.
La comunicazione deve tendere a tutelare l’interesse del consumatore a non sovraindebitarsi, sommando rate su rate, e non solo cercare di spingere legittimamente le vendite. La Direttiva dovrà essere recepita entro novembre 2025 ed entrare in vigore entro novembre 2026. Ma la strada è ormai tracciata.
Intanto, le imprese si attrezzano: il 25% lo offre già, il 32% vuole proporlo e il 54% conta di proporlo per gli acquisti aziendali. Si creano alleanze strategiche fra nuovi operatori Fintech come Scalapay, un unicorno tutto italiano, e «vecchi operatori» delle carte di credito, come il circuito Visa. È la logica delle alleanze strategiche per associare innovazione e capacità di analisi da offrire ai clienti già acquisiti.
I consumatori, specie più giovani, sono soddisfatti per quella che definiscono entusiasticamente una «nuova esperienza di acquisto» che sta facendo crescere tutto il sistema di pagamenti digitali in genere.
Ma qualcuno, con un livello di educazione finanziaria insufficiente in Italia stimato da un Osservatorio di Allenza Assicurazioni – Fondazione Mario Gasparri e Bocconi a quota 56 su un massimo di 100 (con la sufficienza a 60), teme il sovraindebitamento specie delle fasce più giovani della popolazione.
Un problema non solo morale ma anche economico. In una società ormai sempre più controllata digitalmente rientrare nelle black list dei cattivi pagatori può equivalere alla morte civile.
E la morte dei consumatori di domani può significare l’implosione dello stesso sistema economico; le normative a supporto del sovraindebitato civile possono aiutare ad uscire dal tunnel, ma poco possono fare per far rientrare nel sistema economico.