Lo studio
Emergenza figli in una società senza più genitori
È andato in crisi l’asse centrale della famiglia: fare figli e allevarli
È andato in crisi l’asse centrale della famiglia: fare figli e allevarli. I figli sono considerati problemi, impegni, condizionamenti in conflitto spesso con la realizzazione dei desideri dei propri genitori. Poi ci sono quelli che non vogliono figli perché trovano più bella una vita senza o li vogliono il più tardi possibile e spesso è troppo tardi. Secondo il rapporto Istat il 34% delle famiglie Italiane non ha figli, del restante 66% con prole, il 46% ha un solo figlio.
È scomparso un mondo, quello dei fratelli e delle sorelle. Un mondo che consentiva ai ragazzi di non essere adultizzati fin dalla nascita, di avere una infanzia. Come si fa a spiegare la fraternità ad una generazione di figli unici? Se non si parte da questo cambiamento epocale è difficile comprendere la situazione; una società che non fa figli si spegne. Inoltre, un bambino che cresce solo con gli adulti è spesso vittima di una iperstimolazione, che è l’altra faccia dell’abbandono genitoriale con effetti negativi sullo sviluppo. In una famiglia con bambini inoltre è più agevole acquisire una caratteristica cruciale: la mentalizzazione, che è la capacità di vedere i punti di vista altrui.
Allora che cosa si dovrebbe fare, oltre che fare più figli, stare più con loro, e saper correre il rischio educativo: esercitare la propria autorità, senza temere di essere odiati dai propri figli o di non essere dei buoni genitori.
Un genitore troppo buono è un genitore che ha rinunciato al suo compito di educatore. Sono gli stessi ragazzi, inconsciamente a chiederci una guida. Altrimenti senza una leadership, neanche la ribellione è possibile, che invece è la cosa più sana che possa succedere in adolescenza. Infatti i genitori devono fare il possibile perché i figli conquistino la loro autonomia e vadano via da casa per cominciare la loro vita. Troppo spesso li tratteniamo dicendo a noi stessi che sono loro a voler restare. È evidente l’importanza delle regole che devono essere chiare, precise e non discutibili. C’è comunque uno scollamento tra le generazioni, come se la relazione tra genitori e figli si stesse progressivamente sfilacciando; una percentuale crescente di adolescenti pensa che la vita in famiglia sia conflittuale e critica, ma anche la relazione con il gruppo dei pari è in sofferenza: infatti molti ragazzi trovano difficili o insoddisfacenti il rapporto con i coetanei.
Il problema vero è che ci stanno sfuggendo, senza sapere che tipo di vita interiore stanno vivendo; un fallimento educativo, dovuto a diverse ragioni che coglie i genitori impreparati e spesso inconsapevoli. Nella crisi educativa già covata sotto la cenere della normalità sono esplose la pandemia e la guerra che hanno accentuato una richiesta di attenzione nei confronti del mondo adulto e un rifiuto di un sistema scolastico sentito spesso lontano e poco significativo. In questo contesto si inserisce l’uso smodato di smartphone e social da parte dei ragazzi in termini di tempo passato sullo schermo; in Italia infatti 2 adolescenti su 3 (tra i 12 e 16 anni) dichiarano di non avere regole in famiglia sull’utilizzo dei social, né alcun controllo sui siti visitati, inoltre il 40% dichiara di essere sempre connesso senza limiti di tempo e quasi il 45% è collegato a internet fino a 4 ore al giorno.
Forse è giunto il momento di ripensare la genitorialità e la scuola. Stiamo vivendo una emergenza pedagogica e una specie di tramonto dell’educazione. La famiglia non è più contenitiva e non mette limiti contro cui il figlio può combattere. La scuola dovrebbe essere un presidio sul territorio e diventare una forma di ascensore sociale. L’educazione ormai non viene più considerata un investimento che può produrre valore per la collettività. Abolito il ruolo educativo della scuola, cancellata la stabilità e l’autorevolezza del nucleo familiare, quali realtà educative permangono? Solo il narcisismo della rete? Con il rischio di finire negli abusi mediatici e nelle dipendenze tecnologiche?