Post-elezioni
Qui dove non sfonda l’astensionismo: Puglia seconda in italia per partecipazione al voto
Il 64,2% degli elettori è andato a votare (il record si è registrato a Carapelle con circa il 70%), consentendo il secondo miglior risultato nazionale
Il centrosinistra tiene e il centrodestra si rafforza: le amministrative pugliesi cristallizzano gli attuali rapporti di forza nella regione, con al primo turno «la coalizione emilianista» vincitrice in tre Comuni (Castellaneta, Francavilla e Ostuni) e quella di centrodestra solo a Monopoli (sostenuto da un emilianista doc come il consigliere regionale Stefano Lacatena), mentre a Casamassima si afferma una alleanza civica. Otto Comuni dovranno andare al secondo turno.
Il successo trasversale della Puglia però è nella rilevante tenuta rispetto all’onda di astensionismo: il 64,2% degli elettori è andato a votare (il record si è registrato a Carapelle con circa il 70%), consentendo il secondo miglior risultato nazionale, frutto dell’empatia che si è consolidata - anche durante l’emergenza Covid - tra cittadini e istituzioni municipali, rappresentate da sindaci nella stragrande maggioranza dei casi coraggiosi e in prima linea nelle questioni sanitarie, di welfare e soprattutto costruttori di qualità della vita per le comunità.
Nella decisiva sfida per Brindisi, unico capoluogo al voto, è in vantaggio il centrodestra con Pino Marchionna, e nel derby a sinistra tra Pd-5S e sinistra identitaria, sono i giallorossi a conquistare il diritto di andare al ballottaggio con il grillino Roberto Fusco. Arbitri della contesa al ballottaggio saranno gli altri due candidati: il sindaco uscente progressista Riccardo Rossi e Lino Luperti, espressione di Regione Salento (civica vicina al consigliere regionale conservatore Paolo Pagliaro). Cruciale risulterà la capacità dei due aspiranti alla fascia tricolore nella costruzione di un campo di alleanze il più largo possibile, partendo dalle centrali questioni aperte dello sviluppo (anche industriale) e della crescita economica.
Tante le storie che emergono dalle altre partite municipali. Ad Altamura il centrodestra va al ballottaggio con Giovanni Moramarco, contro una coalizione civica-ibrida davvero extralarge: con il preside Antonio Petronella c’è la Lega con il deputato Rossano Sasso, l’assessore regionale popolare Gianni Stea, e un pezzo di Pd vicino al consigliere regionale Francesco Paolicelli (qui non c’è la lista col simbolo del partito della Schlein).
A Bisceglie tra quindici giorni si sfideranno il sindaco uscente Angelantonio Angarano (già dem) e il candidato civico del centrodestra Francesco Spina (già emilianista): il primo è sostenuto anche dall’ex eurodeputato di destra Sergio Silvestris, mentre il secondo ha raccolto l’appoggio per il ballottaggio della consigliera regionale Pd Debora Ciliento. Spina (già primo cittadino) ha anche teso la mano nelle prima dichiarazioni elettorali al candidato sindaco del Pd Vittorio Fata e della sinistra Franco Napoletano. Insomma non sarà certo un duello tra identità politiche ma una conta sulle persone e sui programmi. Sfuma il sogno di diventare sindaco di Surbo della forzista Mena D’Antini, sorella del celebre Pio, comico del tandem dauno con Amedeo. La destra non sfonda nemmeno nella città dell’azzurra Licia Ronzulli, Margherita di Savoia, dove viene confermato l’uscente Lodispoto, mentre sbanca a Torre Santa Susanna, con l’ex senatore di An Michele Saccomanno (cresciuto con Tatarella e Mennitti).
Il 28 e 29 maggio la seconda puntata di questo romanzo amministrativo dove si testeranno le forze politiche in vista della battaglia del 2024, quando si sceglierà il sindaco di Bari e i partiti si misureranno per le Europee (con il proporzionale).