L'evento internazionale

L’Acquedotto pugliese a New York per la conferenza Onu

Domenico Laforgia

Quasi quotidianamente i media ci informano delle carenze idriche che stanno mettendo a rischio l’agricoltura nell’Italia centro-settentrionale. Acqua pulita e igiene è il punto n. 6 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite

Da oggi Acquedotto Pugliese partecipa alla conferenza globale sull'acqua dolce ospitata nella sede delle Nazioni Unite a New York. «La Water Conference è un’occasione fondamentale per Acquedotto Pugliese - commenta la direttrice generale di Aqp, Francesca Portincasa - per promuovere lo sviluppo sostenibile e la gestione integrata delle risorse idriche, favorendo la cooperazione e i partenariati a tutti i livelli». Qui di seguito l’intervento del presidente di Aqp Domenico Laforgia.

Non è un caso che la Giornata dell’Acqua coincida con la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Acqua. Che il più grande consesso internazionale si occupi della questione rende evidente che, per citare un celebre romanzo, Nessuno si salva da solo. Solo una consapevolezza e un’azione globale possono avviare a soluzione una questione che si annuncia drammatica e pericolosa.

Non solo il mutamento climatico ma eccessi di sfruttamento, eutrofizzazione, consumo di suolo e non pochi altri fattori pongono a rischio questa risorsa vitale. Viviamo in un mondo molto più fragile e molto più interconnesso di quanto s’immagini. Se una guerra in un’estrema regione dell’Europa Orientale scatena una crisi energetica e alimentare della quale ancora non conosciamo gli esiti finali, così la scarsità e la fruibilità delle risorse idriche può essere causa di catastrofi non misurabili e non del tutto prevedibili. Cito appena il nesso tra grandi migrazioni e l’incombere della siccità su grandi aree dell’Africa e dell’Asia.

Quasi quotidianamente i media ci informano delle carenze idriche che stanno mettendo a rischio l’agricoltura nell’Italia centro-settentrionale. Acqua pulita e igiene è il punto n. 6 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, là dove gli altri 16 punti, dalla lotta contro la fame, contro la povertà, per la salute, per il clima e tutto il resto, sono, con tutta evidenza, strettamente connessi alla tutela e a una saggia gestione delle risorse idriche.

Le statistiche delle Nazioni Unite ci dicono che dal 1990 in poi grandi passi avanti si sono fatti nell’accesso all’acqua potabile per miliardi di persone ma, al tempo stesso, quasi due miliardi di persone utilizzano ancora acqua contaminata e il 40% della popolazione globale è colpita da scarsità d’acqua.

Se molto è stato fatto, moltissimo resta da fare. Nella sua secolare esperienza l’Acquedotto Pugliese ha individuato nella costante innovazione tecnologica uno degli strumenti primari per la tutela della risorsa idrica, si tratti della sua captazione quanto della sua distribuzione, della depurazione, della raffinazione. Una questione non meno rilevante è l’educazione dei cittadini a considerare l’acqua una risorsa da tutelare e usare con sapienza e con cura.

Per sua stessa collocazione geografica, al centro del Mediterraneo, Acquedotto Pugliese ha maturato la consapevolezza del delicatissimo valore geopolitico della risorsa idrica. A un passo dall’area balcanica la cui ricchezza di acque è stata impoverita dagli eventi bellici negli anni novanta del secolo scorso e ancora presenta problemi di ritardo tecnologico, ma anche a un passo dall’arco dal Maghreb al Mashrek, dove la scarsità d’acqua colpisce la vita quotidiana degli abitanti e le loro già scarse risorse agricole.

L’area mediterranea con la sua eterogeneità di culture e saperi è, tuttavia, anche culla di una Civiltà dell’Acqua perché ne conosce per secolare sapienza il valore materiale e immateriale. Se, per un verso, l’esperienza di Acquedotto Pugliese ha legato nel tempo antiche cognizioni contadine alle fantasmagorie della digitalizzazione, non ci sono estranee le cognizioni lustrali e sacrali dell’acqua nelle civiltà islamiche che si estendono dalla Bosnia al Marocco. Per non dire delle sontuose tracce storiche nell’Andalusia.

Per tutte queste ragioni nessuno può sottrarsi all’impegno cui chiama la Giornata dell’Acqua e la Conferenza delle Nazioni Unite. L’esperienza, le conoscenze, le sperimentazioni di tutti coloro che operano in questo delicatissimo settore devono essere utili al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030, con la piena consapevolezza che il punto n. 6, Acqua pulita e igiene, è chiave di volta per avviare a soluzione tutti gli altri obiettivi.

Nessuno si nasconde che questa Giornata dell’Acqua cade nel pieno di tensioni gravissime, da una guerra conclamata a una miriade di conflitti a diversa intensità che devastano grandi aree del pianeta. In questo contesto parlare di politiche idrologiche sostenibili può persino sembrare un azzardo. Ma questo azzardo è la partita da vincere per un futuro pacifico dell’umanità.

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