Il punto
Tra nonni e nipoti niente amore per obbligo di legge
In parole povere se un bimbo non ha voglia né piacere di passare del tempo con il nonno o la nonna, non può essere costretto, nemmeno dal provvedimento di un giudice
Se fino a poco tempo fa si dava per assodato che i nonni fossero i pilastri (economici e non solo) delle famiglie, la sentenza emessa ieri dalla Corte di Cassazione è destinata a fare clamore perché mette al centro dell’occhio del ciclone uno dei rapporti famigliari più intensi che si instaurano nel corso della vita: quello tra nonno e nipote.
Secondo la Cassazione, infatti, frequentarsi non può essere un obbligo. I giudici con questa sentenza hanno di fatto accolto il ricorso dei genitori di due bambini costretti contro la loro volontà a vedere i nonni e hanno stabilito che il diritto dei nonni a frequentare i nipotini, non può prevalere sull’interesse degli stessi bambini che manifestano contrarietà a tale relazione.
In parole povere se un bimbo non ha voglia né piacere di passare del tempo con il nonno o la nonna, non può essere costretto, nemmeno dal provvedimento di un giudice. Addio quindi a quei pizzicotti indesiderati sulle gote dei più piccoli, o a quei baci e abbracci di circostanza regalati forzatamente perché è doveroso farlo? Non proprio. Il principio del rispetto reciproco rimane, ma per la Suprema Corte non ci può essere alcuna «imposizione manu militari di una relazione sgradita» soprattutto se si tratta di ragazzini capaci di «discernimento» o che abbiano compiuto 12 anni.
La decisione nasce da un caso particolarissimo e complicato ed entra a gamba tesa nel «diritto vivente», quello della famiglia, mettendo in discussione ciò che da tutti (o quasi) viene considerato uno dei rapporti d’affetto più puri che ci sia. Il legame che si crea tra nonni e nipoti è basato su una grande complicità fatta di comprensione, amore e pazienza. Diciamocelo, chi di noi non ha un bel ricordo dei propri nonni? I nonni giocano, i nonni leggono fiabe, ci sono quelli che hanno sempre del cibo a portata di mano «perché al piccolo può venirgli fame...». Ci sono i nonni che si sciolgono per un abbraccio o un sorriso. Quelli di poche parole che però sono sempre lì a sostenerti nei momenti di difficoltà, quelli che dispensano consigli e si inorgogliscono per i grandi e piccoli risultati ottenuti. I nonni rappresentano un punto di riferimento costante con il quale potersi confrontare, infondendo sicurezza e fiducia, affetto e protezione. E poi ci sono quei nonni un po’ troppo permissivi che invece vengono sgridati dai figli perché viziano troppo i nipotini. Insomma un rapporto equilibrato e reciproco: perché se da una parte i nonni danno, dall’altra i nipoti li aiutano a rimanere orientati sul presente, li fanno sentire vivi, utili, necessari senza dover cedere alla tentazione di rifugiarsi nei ricordi del passato o nella malinconia. Come scrive Aristofane nella commedia Le nuvole: «I vecchi sono bambini per la seconda volta» ed è a questi «vecchi» che bisognerebbe fare un monumento all’eternità. Ma bisogna sempre vedere il rovescio della medaglia. Nel caso specifico al vaglio della Cassazione c’era il fascicolo di una famiglia con rapporti molto difficili tra i genitori, i nonni e lo zio paterni che si erano rivolti al Tribunale per vedere i nipotini. «Il compito del giudice non è quello di individuare quale dei parenti debba imporsi sull’altro nella situazione di conflitto, ma di stabilire, rivolgendo la propria attenzione al superiore interesse del minore, se i rapporti non armonici fra gli adulti si possano ricomporre o meno». Una condizione di aggressività che evidentemente veniva percepita anche dai nipoti, alterando la natura del rapporto con i nonni.
Di tutta questa bizzarra vicenda una cosa è certa: le relazioni umane e affettive non possono essere imposte per decreto. Non si può obbligare qualcuno ad amare o ad essere amati. I rapporti sono come i campi: tutto dipende da come si coltivano. Perciò non c’è da meravigliarsi se in alcuni casi venga messo in discussione un legame sacro come quello tra nonno e nipote. In fin dei conti chi semina vento, raccoglie tempesta. Sempre.