IL COMMENTO

Quell’amore che ha età e fa scandalo

Enzo Verrengia

Vince la limpidezza nella vicenda-Quaresima: la dirigente del liceo «Montale» non risulta che abbia commesso alcuna violazione

Vince la limpidezza nella vicenda di Sabrina Quaresima, Preside del Liceo «Montale» di Roma. Dall’ispezione dell’Ufficio Scolastico regionale non risulta che la dirigente abbia commesso alcuna violazione del codice disciplinare. Ma indipendentemente dal caso specifico, viene da riflettere sulla concezione angusta dell’amore emersa dall’alone di scandalo creato più sul tema della differenza di età che su quello dei ruoli istituzionali. In epoca di questioni gender e Lgbt? Nel quadro di René Magritte Gli amanti, del 1928, un uomo e una donna si baciano. Solo che le loro teste sono avvolte da panni che ne nascondono i tratti. Dunque, l’osservatore rimane all’oscuro circa l’età, i connotati, i colori dei capelli dei due. Il congiungersi delle loro labbra suggella un mistero che non è più soltanto quello delle rispettive identità, bensì dell’amore stesso, un sentimento non confinabile.

Nel bailamme del gossip nessuno ha evocato la tragedia della professoressa Gabrielle Roussier, che nel 1969 si suicidò mentre attendeva la sentenza del processo dov’era accusata di aver plagiato il suo allievo sedicenne con cui aveva un legame affettivo. Due anni dopo, il regista André Cayatte ne trasse il film Morire d’amore, con una sublime Annie Girardot, che prestava la sua eccellenza interpretativa alla densità vera dell’insegnante condannata all’autodistruzione dall’intransigenza gretta di certa borghesia. E si vuol parlare di Harold e Maude, diretto da Hal Ashby e uscito nello stesso anno? Bud Cort e Ruth Gordon sono un diciannovenne depresso e oppresso dalla madre, che si salva da se stesso grazie all’incontro con un’anziana dal passato straordinario. Harold e Maude intendono convolare a nozze, ma sarà mai possibile in un mondo nel quale anche i sentimenti vanno soggetti a una cifra sociale, nella fattispecie quella anagrafica?

Più vicino nel tempo The Reader - A voce alta, di Stephen Daldry, dal romanzo di Bernhard Schlink. Il trasporto passionale del quindicenne Michael Berg per la trentaseienne Hanna Schmitz, ex sorvegliante nazista di un lager, s’intreccia con la shoah. Ma è l’attrazione del ragazzo per la fascinosa tedesca interpretata da Kate Winslet che fornisce la vera chiave interpretativa della trama. Molto prima di questo repertorio, c’è un classico della letteratura francese del Novecento, Il diavolo in corpo, di Raymond Radiguet. Il legame che nasce fra il quindicenne François e la diciottenne Marthe è la proiezione letteraria di quanto accaduto nella realtà all’autore, morto ventenne nel 1923, l’anno stesso dell’apparizione del libro. Il film del 1947, per la regia di Claude Autant-Lara, benché un capolavoro, smussa la giovinezza dei due protagonisti, soprattutto nella figura di Gerard Philippe, già maturo per i suoi venticinque anni di allora.

Diverso, ma ascrivibile tra gli slanci emotivi non sincronizzati per la biologia, è il picco drammatico di Messaggero d’amore di Leslie Poles Hartley. Altra occasione per un film, stavolta di Joseph Losey, del 1971. Il tredicenne Leo Colston, innamorato di Marian Mudsley, non viene ricambiato nei termini da lui sperati, eppure si presta a portare messaggi tra la donna e il fattore Ted Burgess, condannato a non poter mai sposarla per una differenza ancora più invalicabile dell’età: quella di classe. Scrive Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso: «Il cuore è ciò che resta di me, il cuore è ciò che mi resta, e questo cuore che mi pesa è il cuore greve, greve per il rigurgito che l’ha riempito».

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