PUGLIA - La Tari, la tassa relativa alla gestione dei rifiuti destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento, sta diventando uno dei balzelli più odiati a livello regionale.
Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio prezzi e tariffe di «Cittadinanzattiva», giunto alla 16esima edizione nell'ambito del progetto «Vita da generazione spreK.O.» (finanziato dal Ministero delle imprese e del Made in Italy), il costo medio pagato in media nel 2023 da una famiglia-tipo italiana composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri, è stato di 320 euro, con un aumento del 2% circa rispetto all'anno precedente.
La Puglia, invece, è tra le regioni del Sud dove è stata registrata la spesa più elevata (409 euro) con una variazione del +1,8% rispetto allo scorso anno. Il Tacco d’Italia è preceduto solo dalla Campania che è in testa a livello regionale (416 euro e un leggero aumento dello 0,5% rispetto all’anno precedente).
In Basilicata, invece, la spesa media per la gestione dei rifiuti è rimasta invariata (299 euro) e, comunque, ben al di sotto dei 320 pagati in media a livello nazionale, con alcune differenze tra i capoluoghi: si va dai 339 euro di Matera ai 260 euro di Potenza.
«Nella grande maggioranza delle città capoluogo di provincia, oggetto della nostra rilevazione, si continua ad adottare una modalità di calcolo dei costi che non tiene conto dei rifiuti realmente prodotti. Questo meccanismo non risulta essere incentivante verso la riduzione dei rifiuti che deve essere la priorità per le amministrazioni locali e per i cittadini», afferma Tiziana Toto, responsabile nazionale delle politiche dei consumatori di «Cittadinanzattiva».
«Nel 2021, secondo dati Ispra, la produzione di rifiuti pro capite ammonta a 502,15 kg - aggiunge la referente di “Cittadinanzattiva” - valore che rimane purtroppo sostanzialmente stabile nel corso degli anni, fatta eccezione del calo legato al periodo pandemico. Si consideri inoltre che, attualmente, sebbene si arrivi ad un livello medio nazionale di raccolta differenziata pari al 64%, la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si ferma al 48,1%. La differenza tra questi due valori pone l’attenzione sull’importanza di incrementare la qualità della nostra raccolta differenziata. Lavorare sulla riduzione dei rifiuti e sulla qualità della raccolta differenziata porterebbe ad una ottimizzazione del sistema di gestione dei rifiuti con conseguente diminuzione dei costi a carico delle famiglie».
Proprio nel Sud, infatti, secondo i dati raccolti dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), si produce il 26,8% dei rifiuti urbani. In Italia sono state prodotte 29,6 milioni di tonnellate i (+2,3% rispetto al 2020). La maggioranza dei rifiuti urbani è prodotta nel Nord (53%) mentre al Centro il 20,2%.
La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 64% mentre il 19% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica. A livello di aree geografiche anche in questo caso il Nord si posiziona al primo posto (71%) seguito da Centro (60,4%) e Sud (55,7%). L’analisi evidenzia anche che in Italia solo il 55% dei capoluoghi ha centrato l’obiettivo (del 2012) di raccolta differenziata del 65%.
In Puglia, come detto, secondo il report di «Cittadinanzattiva», la Tari media è stata di 409 euro con alcune differenze tra i capoluoghi: si va dai 464 di Brindisi ai 358 di Lecce, ai 398 euro di Bari, 411 a Barletta, 407 a Trani, 375 a Foggia e 424 a Taranto. Ad Andria in particolare si registra un incremento del 3,6% (440 euro).
Il salasso Tari, insomma, in Puglia è notevole nonostante sono otto i Comuni pugliesi cosiddetti «rifiuti free», perché hanno raggiunto l'obiettivo minimo di raccolta differenziata al 65%. Si tratta di Bitritto (81,6%), in provincia di Bari; Volturino (76,6%), Roseto Valfortore (76%) e Ascoli Satriano (74%,), in provincia di Foggia; Laterza (83,7%), Mottola (83,7%), Montemesola (82,4%) e Monteparano (79,8%), in provincia di Taranto.
Il dato emerge dall’ultimo dossier Comuni ricicloni Puglia, presentato lo scorso mese di gennaio in occasione della terza edizione dell'Ecoforum Puglia dal titolo Economia circolare-lavori in corso, organizzato a Bari da Legambiente, con il patrocinio dell'assessorato all'Ambiente della Regione Puglia e con la collaborazione di Acquedotto pugliese.
Secondo lo stesso report sono, invece, sei le località costiere che hanno mantenuto l'obiettivo di raccolta al di sopra del 75% fissato dalla legge. Sono: Leporano (86,9%), in provincia di Taranto; Polignano a Mare (77,7%), Mola di Bari (77,6%) e Monopoli (75,9%) in provincia di Bari; Fasano (76%), in provincia di Brindisi) e Trani (75,3%). Quanto ai Comuni capoluogo, solo Trani supera la soglia del 75% di differenziata.
Al di sopra del 65% si posizionano Lecce (67,6%, con un incremento del 3,3% rispetto all'anno precedente) e Barletta (67,5%). Andria è di poco sotto la soglia (61,7%). Restano lontane dagli obiettivi minimi Brindisi (43,5%), Bari (39,7%), Taranto (27,4%) e Foggia (17,3%).