Tassa sui rifiuti

Tari, Brindisi tra le città più care. Taranto e Bari quelle che producono più spazzatura

Gianpaolo Balsamo

Tari in salita anche ad Andria e a Foggia. Si paga meno in Basilicata. Solo il 55% dei capoluoghi ha centrato l’obiettivo (del 2012) di raccolta differenziata del 65%

Raccolta rifiuti in Puglia, si paga di più dove si differenzia meno. Brindisi, ad esempio, è tra i capoluoghi di provincia più cari per quanto riguarda la Tari: qui infatti, lo scorso anno, una famiglia ha pagato in media per i rifiuti 464 euro l’anno (la media nazionale è di 320 euro), e la raccolta differenziata è ferma al 45% (rispetto al 64% della media nazionale). Viceversa in Basilicata nel 2023 la spesa media annuale per la famiglia tipo individuata è stata di 299 euro, la stessa cifra del 2022 e ben al di sotto della media nazionale. Dati e classifiche sono contenute nel consueto report annuale dell’Osservatorio prezzi e tariffe di «Cittadinanzattiva», l’organizzazione fondata nel 1978 che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni, il sostegno alle persone in condizioni di debolezza.

L'indagine di «Cittadinanzattiva», è bene precisare, ha interessato le tariffe rifiuti applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2023, e ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. I costi rilevati sono comprensivi di Iva (ove applicata) e di addizionali provinciali.

Secondo i dati raccolti dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) in Italia sono state prodotte 29,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (+2,3% rispetto al 2020). La maggioranza dei rifiuti urbani in Italia è prodotta nel Nord (53%) seguito dal Sud con il 26,8% e infine dal Centro (20,2%). La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 64% mentre il 19% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica. A livello di aree geografiche anche in questo caso il Nord si posiziona al primo posto (71%) seguito da Centro (60,4%) e Sud (55,7%). L’analisi evidenzia anche che in Italia solo il 55% dei capoluoghi ha centrato l’obiettivo (del 2012) di raccolta differenziata del 65%.

In Puglia, dopo Brindisi, e Andria la città dove la Tari è più salata (440 euro) con un aumento del 3,6% rispetto al 2022. Segue Taranto dove lo scorso anno una famiglia ha pagato in media per i rifiuti 424 euro (+1,9% rispetto al 2022), 407 euro a Trani e 398 euro a Bari, la stessa cifra che una famiglia pagava anche nel 2022. In Basilicata, invece, la Tari media pagata da una famiglia nel 2023 è stata di 339 euro, -1,7% rispetto al 2022. A Potenza (260 euro) l’aumento è stato di 2,7%. La disciplina della Tari (tariffa Rifiuti), è bene ricordare, fu introdotta dalla Legge di stabilità del 2014 (Legge 147 del 2013) in sostituzione della Tares che fu contestualmente abrogata. La Tari è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani.

Il versamento della Tari va effettuato secondo il numero di rate e le scadenze di pagamento stabiliti dal comune, che deve consentire, di norma, almeno due rate a scadenza semestrale. È consentito il pagamento in unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno.

Le tariffe della Tari sono determinate con deliberazione del Consiglio comunale sulla base dei costi individuati e classificati nel piano finanziario, che viene predisposto dal gestore del servizio e approvato dallo stesso Consiglio comunale, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi medesimi. Il piano finanziario, quindi, individua e classifica i costi che devono essere coperti con le entrate della Tari, mentre la delibera di approvazione delle tariffe è finalizzata a ripartire tali costi tra gli utenti e, pertanto, a determinare le voci tariffarie da applicare alle diverse utenze. Queste ultime si distinguono in domestiche e non domestiche: le prime sono costituite soltanto dalle abitazioni familiari e le seconde ricomprendono tutte le restanti utenze (attività commerciali, industriali, professionali e produttive in genere).

«Vivere in una città pulita ci fa anche spendere meno. Questo dovrebbe essere un buon incentivo per tutti, cittadini ed amministrazioni, per lavorare in sinergia sulla riduzione dei rifiuti e sulla qualità della raccolta differenziata», ha commentato Tiziana Toto, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, che aggiunge: «Occorre investire meglio, però, anche sul riciclaggio dei rifiuti urbani perché a fronte di un livello medio nazionale di raccolta differenziata pari al 64%, la percentuale di riciclaggio si ferma al 48,1%».

Emerge, dunque, la necessità di implementare le iniziative orientate alla prevenzione nella produzione dei rifiuti nonché al riciclo; al momento l'83% dei capoluoghi prevede incentivi o altre azioni per agevolare l'auto compostaggio presso le utenze domestiche. Tali misure si traducono essenzialmente nella riduzione della tariffa rifiuti (91% dei casi), nella distribuzione gratuita della compostiera (63% dei casi) e nell'organizzazione di corsi gratuiti di compostaggio domestico (12% dei casi).

Taranto e Bari sono invece le città che producono più spazzatura

Chi produce più rifiuti urbani in Puglia? Sempre secondo il report realizzato da «Cittadinanzattiva», in Puglia il podio spetta a Taranto con una produzione pro-capite di 561 chilogrammi di rifiuti, segue Bari (552 kg) e Brindisi (521 kg). In Basilicata, spicca Potenza per produzione pro-capite di rifiuti urbani (quasi 410 kg). Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti differenziati nel 2022 la percentuale più elevata è relativa alla frazione organica (39%), seguita da carta (19,1%) e vetro (11,9%). Restano molto basse le percentuali dei Raee (1,5%) e dei tessili (0,8%).
Su raccolta e smaltimento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), dei rifiuti tessili e degli olii esausti, «Cittadinanzattiva» ha anche realizzato un breve sondaggio per testare la conoscenza dei cittadini sul corretto conferimento delle citate tipologie di rifiuti e sull'organizzazione del servizio di raccolta nelle rispettive località. Dal sondaggio è emerso che c'è ormai una conoscenza diffusa relativa alla tipologia di rifiuto e alle modalità di conferimento (il 78% circa conosce i punti di conferimento della propria zona). Inoltre, nel 2023 migliora la valutazione riguardo i punti di conferimento Raee disponibili nella propria zona, sia in termini di disponibilità numerica che di accessibilità.
Nel 2022 in Italia sono stati raccolti poco più di 361 mila tonnellate di Raee, con una flessione del 6,2% rispetto al 2021. La media pro-capite di Raee raccolti, già al di sotto della media europea (10 chili annuali) passa dai 6,46 chili del 2021 ai 6,12 del 2022.
Per quanto riguarda gli oli esausti, in un giorno ogni cittadino getta in media 20 grammi di oli e grassi nelle acque reflue urbane, per un totale di circa 1.200 tonnellate al giorno. In effetti in Italia l’obbligo di raccolta dell’olio esausto vegetale vige soltanto per gli esercizi commerciali di risto
Infine per quanto riguarda i rifiuti tessili, i livelli di raccolta differenziata restano ancora molto bassi rispetto alle altre tipologie di rifiuti differenziati (0,8%): dal sondaggio di «Cittadinanzattiva» emerge in effetti che i cittadini conoscono meno come e dove smaltire questa tipologia di rifiuti

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