Parla il presidente di Rds

Ecco a voi il futuro della radio: «Un ping pong tra diretta live e piattaforme on demand»

Graziana Capurso

È il linguaggio mobile per eccellenza, l’unico fruibile mentre si guida, si cammina, si lavora perché non richiede attenzione visiva esclusiva

La radio ieri, oggi e domani. Quando si parla di questo media ci sono due cose che non cambieranno mai: una persona al microfono che parla e un disco che suona. È il messaggio di Eduardo Montefusco, proprietario e presidente di RDS, Radio Dimensione Suono, una delle principali radio italiane con un flusso di cinque milioni di ascoltatori medi giornalieri che con lungimiranza ha anticipato le tendenze degli ultimi 41 anni.

Come si sta evolvendo la radio e quali sono i vantaggi principali della sua versione digitale?

«La radio di “ieri” era in un contesto simile alle startup di oggi: sperimentazione per creare un mercato da parte di migliaia di soggetti che sono diventati in seguito broadcaster in un mercato che poi è stato regolamentato con le concessioni in ambito nazionale e locale. Il presente e il futuro prossimo della radio è quello di avere un legislatore che possa regolamentare al meglio l’Hybrid radio, ovvero dare una continuità di fruizione del contenuto a seconda del luogo, del device e del tempo degli ascoltatori. In qualità di Presidente di Dab Italia posso dire che la trasmissione digitale Dab è strategica per ogni editore e che oggi è sempre più integrata in mobilità nell’ibridazione anche con Fm e Ip. Il nostro approccio in RDS è quello di essere sempre presenti in ogni interfaccia e piattaforma. Così ci sono più vantaggi per l’utente che ha maggiore scelta di fruizione del contenuto, ma anche per l’advertiser che può avere una total audience sulla quale costruire efficacemente il messaggio - contenuto da trasmettere in chiave multimediale».

Quanto la pandemia ha inciso sul modo di fare radio?

«La radio si è adatta ai momenti contingenti con massima flessibilità, c’è una stagionalità non solo del mezzo ma anche dei contenuti, l’informazione primeggia quando ci sono eventi eccezionali, ma subito dopo abbiamo osservato dalle ricerche che si ha la necessità di evasione e intrattenimento e quindi i contenuti devono focalizzarsi su quegli argomenti. Quello che è stato confermato anche dalla ricerca Gfk durante la pandemia è che siamo stati ancora di più parte integrante e intima nella vita delle persone dando loro vicinanza, relax, evasione, informazione, interazione, condivisione».

Un media che nonostante tutti i pronostici continua a crescere e a cambiare. Quali le sfide?

«Certo, anche i dati FCP evidenziano che il mercato pubblicitario crede sempre più alla radio, il primo semestre ha segnato una crescita del 4%, non a caso è l’unico mezzo con il segno + davanti, questo perché è efficiente ed efficace. La sfida futura per noi è saper interpretare gli stili di vita delle diverse generazioni e soprattutto dei nativi digitali, abbinando l’offerta di contenuti e canali conformi. Il percorso innovativo di RDS è iniziato dal ri-posizionamento: non siamo solo una radio, siamo una Entertainment company che produce contenuti multimediali con un approccio distributivo crossmediale. Da anni eravamo già sulla piattaforma satellitare sia Sky che di tv sat con la RDS Social TV, l’ultimo tassello è stato sviluppare la piattaforma del digitale terrestre (dtt), sfruttando però la nuova tecnologia DBVT2, ossia la possibilità di interagire con i pulsanti del telecomando per poter dare sempre più servizi e protagonismo attivo agli utenti ed anche una nuova opportunità in chiave commerciale».

Non solo radio, ma anche tv e social fanno parte della famiglia di Rds

«Con i nostri canali siamo stati vicini a diverse categorie nella ripartenza, come ad esempio il settore Horeca con il contest Bar Of the Week: RDS in ambito televisivo ha realizzato un progetto rivolto ai proprietari di bar e caffetterie che prevede due momenti gioco a settimana durante la diretta, delle vere e proprie sfide di abilità tra i concorrenti per aggiudicarsi lo straordinario titolo. L’attività coinvolge tutte le piattaforme RDS, che lavorano in modo sinergico e integrato: Radio + Social TV + Digital (social, web e app). Per non parlare dei social: siamo pronti a far partire la distribuzione in chiave ott dell’RDS social tv per permettere di accedere da tutte le piattaforme e anche dalle connected tv. In questo modo la produzione dei contenuti video si ramifica sia sul sito RDS.it che sui social con reel e short stories, oltre alle dirette live».

Musica ma anche informazione sempre più vicini agli ascoltatori. RDS è pioniera in questo ambito, dando ampio spazio al «crossdigital storytelling», qual è il vostro segreto?

«Un segreto non c’è. La trasformazione da radio ad “audio” è naturale sia per affinità che per strategia. I brand prendono sempre più spesso in considerazione l’adozione del linguaggio audio per la costruzione della propria content strategy. E la fisiologica vocazione della radio allo storytelling audio la rende estremamente efficace per creare una forte connessione con i consumatori. L’audio è il linguaggio “mobile” per eccellenza, l’unico fruibile mentre si guida, si cammina per strada, si lavora o si fa jogging perché non richiede attenzione visiva esclusiva. Ed è in questa logica che con RDS stiamo sviluppando un catalogo di contenuti audio e di storie originali che possano crescere sempre più verticalmente».

Qualche piccola anticipazione sulle novità in cantiere?

«Abbiamo già lanciato RDS active, una scelta curata di musica per fare sport con i consigli degli esperti per ritornare in forma attraverso esercizi e con la giusta nutrizione. Abbiamo inoltre notato, grazie ai dati Ipsos di luglio, che circa 8,5 milioni di italiani hanno ascoltato podacst nell’ultimo mese con una fruizione, per il 78%, tramite smartphone, in particolare nelle fasce pomeridiane e pre serali per una durata media di quasi 30 minuti. Perciò la sfida di RDS per il prossimo futuro si concentrerà sulla creazione di un ecosistema di contenuti, una sorta di ping pong tra diretta live e piattaforme on demand per massimizzare la fruizione e l’amplificazione dei nostri contenuti».

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