Nel Barese

Rutigliano, un forno a disposizione di tutti per la cottura dei manufatti d'argilla

Gianni Capotorto

«Chiunque vorrà utilizzarlo - rende noto il sindaco - potrà farlo contattando l’ufficio Cultura e Turismo»

RUTIGLIANO - Una nuova catalogazione delle opere esposte al Museo civico del Fischietto in terracotta «Domenico Divella» e attivazione di un forno pubblico a disposizione di tutti per la cottura dei manufatti di argilla. È una estate di lavoro nelle sale al primo piano di Palazzo San Domenico, da poco restituito alla collettività dopo oltre due anni e mezzo di chiusura per un intervento strutturale costato oltre due milioni di euro, finanziato dalla Regione tramite il bando «Community Library» nell’ambito della strategia regionale Smart-In che promuove il rilancio del patrimonio culturale pugliese. Obiettivo: valorizzare l’ex convento domenicano del ‘600, attraverso la riqualificazione e il recupero degli storici ambienti, con un nuovo allestimento della Biblioteca comunale, qui ospitata.

Al Museo del Fischietto in terracotta, un unicum in Italia con la sua collezione di un migliaio di opere di terracotta fischiante provenienti da tutte le regioni, sono ripresi nei giorni scorsi i lavori di inventario delle opere conservate, con particolare riferimento ai manufatti aggiunti dal 2015 in poi: quell’anno in occasione della ristrutturazione del Museo furono catalogate tutte le opere acquisite fino ad allora dal 1989, anno di avvio del concorso nazionale del fischietto, grazie al quale ha avuto inizio la raccolta museale. La nuova catalogazione è stata affidata agli stessi esperti di Mediateur di Cava dei Tirreni che avevano curato il precedente inventario: dovranno anche occuparsi di preparare uno studio di fattibilità gestionale del Museo. «Abbiamo ripreso il lavoro di catalogazione dei fischietti e ci stiamo interrogando concretamente su quale strada intraprendere per la gestione museale», informa l’assessore alla Cultura e al Turismo, Milena Palumbo, che aggiunge: «la scelta non è soggettiva, ma si basa su uno studio di fattibilità affidato ad esperti». Per il sindaco Giuseppe Valenzano, si tratta di «un lavoro che ha lo scopo non solo di tutelare le opere e gli artigiani ma anche di preservare la nostra memoria storica».

Intanto, dopo anni di disattivazione, è stato rimesso in funzione il forno pubblico, collocato sempre a Palazzo San Domenico, per la cottura dei manufatti di argilla a disposizione di tutti: «chiunque vorrà utilizzarlo - rende noto il sindaco - potrà farlo contattando l’ufficio Cultura e Turismo».

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