Teatro
Bari, Teatro Petruzzelli «all'opera» nel segno di Piccinni
Il via il 21 gennaio con «La Cecchina», che apre la stagione
En attendant Godot (cioè la nomina ufficiale del nuovo Sovrintendente/direttore artistico, prevedibile entro il 30 giugno) la dirigenza della Fondazione Teatro Petruzzelli, dal Consiglio d’indirizzo presieduto dal sindaco di Bari, Vito Leccese, col sovrintendente pro-tempore Nicola Grazioso e con l’apporto fondamentale del direttore esecutivo Maestro Luigi Fuiano, hanno provveduto per tempo a dare il via alla prossima stagione lirico-sinfonica. Nel nome e nel segno della continuità in progress e in crescita (spettatori, abbonamenti, attività di supporto per famiglie e ragazzi, ecc.), rispetto al lascito di Massimo Biscardi, approdato intanto sui lidi dell’ Accademia di S. Cecilia a Roma, la stagione 2026 si aprirà nel segno di Niccolò Piccinni, «genius loci» non solo per Bari ma per l’Europa tutta del ‘700: La Cecchina, l’opera sua famosissima (libretto addirittura di Goldoni) debutterà il 21 gennaio ‘26, con l’ Orchestra del Petruzzelli diretta da Stefano Montanari e la regia di Daniele Luchetti. Si tratta, con la Cecchina, del primo segmento e messinscena di opere di Piccinni, che vedrà per un triennio un approfondito esame e ripresa di sue creazioni, sotto la cura musicologica di Dinko Fabris.
A seguire (a marzo) una ripresa eccellente di un’opera eccellente, il Falstaff di Verdi, nella regia e nell’allestimento Petruzzelli del 2013 con regia di Luca Ronconi, direttore ora Vincenzo Milletarì. Con la regia di Sofia Coppola si avrà ad aprile la monumentale Traviata di Verdi, allestita nel 2017 per l’Opera di Roma dalla figlia di cotanto padre, con i costumi disegnati da Valentino. Dirigerà a Bari Jordi Bernàcer. Un’operina di Franco Casavola, Il gobbo del Califfo , si darà a maggio, con regia del debuttante (in regia lirica) Mariano Dammacco, direttore Matteo Dal Maso. Pure ispirata a Bari e alla sua storia la Bona Sforza, a settembre, opera moderna, musicata dal polacco Zygmunt Krautze, con regia di Michal Znaniecki e direzione di Piotr Sulkowski. Coproduzione con l’Opera di Cracovia, ricordando che la Sforza, oltre che fu duchessa di Bari nel ‘500 (sepolta in S. Nicola), fu anche regina di Polonia. Un evergreen di Verdi sarà poi Il Trovatore, in scena a ottobre, in ripresa dal Regio di Parma con direzione di Vincenzo Milletarì e regia di Davide Livermoore. Balletto classicissimo a novembre con Il lago dei cigni coreografato da Angelin Preljocaj sulla musica di Tchajkovskij, mentre la chiusura di stagione in dicembre prevede un Barbiere di Siviglia di Rossini affidato alla bacchetta di Stefano Montanari e alla regia di Daniele Luchetti.
Ma le conferenze-stampa sono, da che mondo è mondo, occasione di bilanci, prospettive, messaggi. Che infatti non sono mancati, nel Foyer del Petruzzelli, da parte delle personalità convenute. Il Sovrintendente pro-tempore Grazioso ha confermato il trend più che positivo del teatro, annunziando ulteriori passi con ampliamento delle offerte verso famiglie, giovani, studenti. Sarà ripristinato, pare, il sistema di proiezioni multimediali, sulla cupola bianca che sovrasta la platea, compresi gli affreschi che realizzò l’Armenise. Ma è certo toccato, dopo l’ illustrazione da parte di Luigi Fuiano degli elementi della stagione da lui progettata, prima a Michele Emiliano per la Regione, poi a Vito Leccese per il Comune di Bari (il cui sindaco è presidente della Fondazione) tracciare un bilancio più generale dei passi compiuti, da quella notte infausta del 28 ottobre 1991, col rogo, le macerie, il delirio relativo alla ricostruzione, ecc. Soprattuto si è rimarcata, accanto alla ricostruzione fisica del teatro culminata nella riapertura nel 2009, quella culturale e morale, che ha visto i cittadini (di Bari, della Puglia, dell’ Italia, ormai del mondo) riappropriarsi del loro «massimo teatro». Con giusto orgoglio, forse con giusto senso di appartenenza, i baresi, i pugliesi (Leccese ed Emiliano dixerunt) ci hanno saputo fare, rivendicando ora forse, con meritato spirito operativo, una qualche primogenitura. A futura memoria, o anche imminente.
Accanto del resto alle primarie creazioni di melodramma e di concertistica della stagione 2026, innumerevoli le altre progettazioni in batteria. In collaborazione con la Libreria Laterza quattro incontri (anzi Movimenti) sulla nascita della Bari Moderna, un gemellaggio con la città di Canton, con artisti e musicisti cinesi in scambievoli eventi, una collaborazione (un’opera Petruzzelli in libera uscita) con un teatro statunitense nel New Mexico. Infine, una serie di appuntamenti nell’ estate ‘26: concerti, balletti, incontri e performances in svariati siti cittadini.
Su il sipario, amici della musica e dell’opera, all’opera.