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L’«étoile» Nicoletta Manni: «È la prima volta che firmo uno spettacolo. Un onore farlo nella mia Lecce»

 
Maria Agostinacchio

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Maria Agostinacchio

L’«étoile» Nicoletta Manni: «È la prima volta che firmo uno spettacolo. Un onore farlo nella mia Lecce»

Stella della Scala, aprirà la stagione teatrale nel suo Salento oggi al Politeama Greco di Lecce

Sabato 19 Ottobre 2024, 06:50

LECCE - Oggi grande apertura della stagione teatrale del Politeama Greco di Lecce, con la direzione artistica di Sonia Greco: in anteprima mondiale «La gioia di danzare», lo spettacolo che vedrà protagonista Nicoletta Manni, da un anno ètoile della Scala, per la prima volta nei panni di autrice ed interprete. La ballerina nata e cresciuta a Santa Barbara, frazione di Galatina in provincia di Lecce, ha iniziato la sua carriera di danzatrice professionista, entrando a 17 anni nello Staatsballet di Berlino diretto da Vladimir Malakhov. «Questi dieci anni in Scala rappresentano tutto» spiega Manni ricordando: «Circa un anno fa, al termine di Onegin, il sovrintendente Dominique Meyer mi ha conferito il titolo di étoile. Tutte le opportunità nascono da questo teatro a cui sono grata.»

Il libro «La gioia di danzare» e lo spettacolo dal titolo omonimo: due diversi modi di raccontarsi?

«Le parole sono scaturite da una ricerca profonda e interiore che mi ha portato al desiderio di arrivare alle persone tramite la mia esperienza nell’interpretare i diversi ruoli in cui ho danzato. Così per me è stato naturale approfondire con uno spettacolo il rapporto con il pubblico, usando il linguaggio della danza protagonista nel libro e sul palcoscenico. »

Ha scelto il Salento per il suo debutto. Qualche anticipazione sullo spettacolo?

«Sono emozionata perché è la prima volta che firmo uno spettacolo e non avrei potuto iniziare altrove: il Politeama è il palcoscenico di casa, qui sono le mie radici, qui mi sono sposata con Timofej che sarà al mio fianco nello spettacolo. Con noi altri solisti e ballerini della Scala si esibiranno in un Galà di danza in cui al repertorio classico tratto dai grandi coreografi Petipa, Bèjart, Petit si affiancheranno anche brani contemporanei e neoclassici e nel finale un omaggio inedito alla mia terra con la coreografia di Patrick De Bana. Ma questa è una sorpresa.»

Spesso è sul palco con suo marito Timofej Andrijashenko, primo ballerino alla Scala. Come concilia vita privata, lavoro e pubblico?

«La vita privata e il lavoro possono convivere. Certo all’inizio è complesso ma il palcoscenico è un luogo magico, li viviamo emozioni che sono difficili da spiegare, si crea quella complicità vera, pura, indissolubile e questo riusciamo a restituirlo al pubblico».

Carla Fracci e Beppe Menegatti, scomparso di recente, sono certamente nei suoi ricordi più belli.

«Carla Fracci per me è e rimane Giselle, un’icona nel mondo. Dall’incontro con lei alla Scala per prepararmi ad interpretare questo ruolo, per me è cambiato tutto. Ho guardato tante volte il video di Carla che danza ed è tutto talmente perfetto da considerare i suoi insegnamenti un regalo alle nuove generazioni.»

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