BARI - La Basilica di San Nicola di Bari non ha mai donato reliquie “ex ossibus”, cioè frammenti ossei del Santo, quindi, chi dice di averne, o porta le prove o sta mentendo. Dopo che innumerevoli località del mondo hanno vantato di custodire le reliquie e dopo che è «apparsa su alcuni quotidiani, italiani ed esteri» la notizia «di un possibile “traffico” internazionale di reliquie “ex ossibus” del Santo Taumaturgo Nicola», padre Distante, il rettore della Basilica Pontificia, rompe gli indugi e verga un editoriale sull’ultimo numero del «Bollettino di San Nicola» in cui sostiene che «si tratta innegabilmente di reliquie che non provengono da Bari, ovvero dalle ossa (ex ossibus) del Santo, trafugate da 62 marinai baresi a Myra (Asia Minore) il 20 aprile e traslate a Bari il 9 maggio 1087».
«Da una attenta ricerca di padre Gerardo Cioffari, sui documenti d’archivio della Basilica - continua padre Distante - si evince che non sono mai state donate a chiese o privati reliquie “ex ossibus” provenienti da Bari. Come conciliare questa certezza archivistica con la presenza in alcune città, vedi Saint-Nicolas de Port in Lorena (Francia), di reliquie del Santo provenienti da Bari? È compito degli storici locali nell’offrire una “documentazione affidabile”, misurarsi con la consolidata tradizione che i Custodi della Basilica, i Gran Priori e Canonici fino al 1951, e il Rettore e Padri Domenicani dal 1951 ad oggi, non hanno mai donato una sola reliquia “ex ossibus” in tutta la storia ormai millenaria della Basilica».
«Padre Cioffari - dice il rettore alla Gazzetta - fa continuamente la ricerca perché lui è l’archivista e, quindi, controlla sempre tutto ciò che è in archivio e, a partire dalle sue ricerche, non risulta alcun documento che attesti che reliquie di Bari sono state donate ad altre persone».
Quindi tutti quelli che sostengono di avere reliquie ex ossibus di Bari, a meno che non portino documenti per testimoniare il contrario, sostengono il falso?
«Noi non diciamo che non sono reliquie di San Nicola, diciamo che non sono reliquie di San Nicola che stanno a Bari».
Quando dice che «non sono reliquie di Bari» vuol dire che o le hanno prese prima del 1087 oppure...
«Infatti il culto di San Nicola da noi è arrivato in ritardo rispetto alla vita di San Nicola, quindi può darsi che, tra la sua morte e l’arrivo a Bari, vi sia stata qualche donazione di reliquie. Se qualcuno lo sostiene deve farlo attraverso un documento certo che effettivamente vi è stata una donazione di reliquie di Myra. Di Myra però, non di Bari».
Quindi anche la donazione di una reliquia del Santo a New York di cui trovammo traccia negli archivi della Gazzetta è una chiacchiera infondata?
«Non lo so se è una chiacchiera. Diciamo che deve esserci un documento».
Che documento?
«È un’attestazione fondata che ha il sigillo della Basilica e la firma del custode della Basilica che dimostra che quella reliquia è partita da Bari e, quindi, è una reliquia delle ossa di Bari».
Un sigillo in ceralacca?
«Un sigillo in ceralacca o a secco. Del resto, anche quando doniamo la manna la doniamo sempre con un attestato. E la manna non è una reliquia “ex ossibus”, ma è un liquido che, secondo la tradizione, trasuda dalle ossa del Santo. Un liquido a contatto con le ossa e, quindi, quando noi doniamo la manna pura, cioè proprio quella che preleviamo il 9 maggio, non quella manna diluita in acqua, la doniamo in piccole ampolle con l’attestato e con il sigillo della Basilica sulla ceralacca».
La sfida al mondo che sostiene di avere reliquie di San Nicola, in realtà per farne business, è lanciata.
«Il mio intervento serve soltanto a dire che noi della Basilica non stiamo dietro questo traffico internazionale di reliquie. Poi ognuno è libero di testimoniare la veridicità della reliquia o attraverso una ricerca storica fondata o attraverso un attestato che lo comprovi».
Bhe è una sfida. Voi dite: noi abbiamo fatto le nostre ricerche, se sostenete di avere una reliquia “ex ossibus” di San Nicola, dimostratecelo. Altrimenti...
«Sì, tutto lì. Quando la costola è andata in Russia ed è stata depositata nel reliquiario famoso che hanno realizzato i nostri fratelli ortodossi, naturalmente è stata sigillata in quella famosa cassa preziosa, e quando è ritornata a Bari abbiamo verificato se i sigilli fossero stati manomessi e abbiamo rimesso quella costola di nuovo nella tomba del Santo, durante una cerimonia pubblica».
E voi avete controllato i sigilli e cosa avete riscontrato? Erano perfetti?
«Sì, è logico».
Erano perfetti?
«Erano perfetti».