L'intervista

La lezione di Barbero a Bari: «Madre Teresa? Santa del Medioevo»

Fulvio Colucci

Ha concluso ieri al Petruzzelli le Lezioni di storia. E sul futuro: contro le ingiustizie prima o poi ci sarà una reazione

La santità e il potere. La sofferenza e i dubbi, specie quelli sollevati dalla gestione finanziaria degli ingenti aiuti ricevuti nel tempo. Dolore e gloria. La povertà esaltata oltre ogni limite, soprattutto quello tracciato dal dolore.

Ma è l’amore a muovere lo storico Alessandro Barbero verso Madre Teresa di Calcutta, verso il racconto della santa che - si sente, si vede - lo affascina come tutti i santi medievali. Non sono casuali gli accostamenti con San Francesco d’Assisi (la povertà, l’umiltà) e con Santa Caterina da Siena (la determinazione, la tenacia) fatti ieri, sul palco del Teatro Petruzzelli (pienone da sold out), per l’ultima Lezione di storia organizzata dagli editori Laterza in coproduzione con la Fondazione Teatro Petruzzelli, con il patrocinio della Regione Puglia e dell’assessorato alla Cultura del Comune di Bari. Domenica prossima, 17 dicembre, è in programma l’evento fuori abbonamento: lezione sul conflitto israelo-palestinese con lo storico Claudio Vercelli. Sul palco, alla fine dell’incontro con Barbero, introdotto da Annamaria Minunno, gli editori Alessandro e Giuseppe Laterza. Quest’ultimo ha annunciato il tema del ciclo di Lezioni di storia del prossimo anno: i confini del mondo. Tra gli ospiti il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco e il geografo Franco Farinelli.

Si vede, si sente il feeling tra Barbero e la figura di Madre Teresa. Del resto lo storico spiega alla «Gazzetta»: «Sono un medievista. E questo mi aiuta a capire Madre Teresa. Che è stata insieme idolo per il mondo e personaggio controverso».

In che termini è possibile accostare Madre Teresa e San Francesco?

«Madre Teresa voleva essere santa come San Francesco. Un atteggiamento che possiamo definire medievale. Ecco perché alla fine, secondo me, non è stata capita. E Madre Teresa voleva essere santa per un amore sfrenato verso Gesù. Attenzione: verso Gesù, non verso i poveri in quanto tali. Madre Teresa aveva questa capacità di impregnarsi di Gesù, di credere, fino allo spasimo, che in Gesù c'è tutto: la salvezza e, insieme, l’essere santi per imitarlo. Se uno non capisce questo rimane poi stupito che Madre Teresa i suoi poveri, come dire, li coccolasse tanto però poi non alleviasse il loro dolore. Per lei la sofferenza è parte integrante di questa visione del mondo».

Madre Teresa è l'ultimo grande personaggio della cristianità universale?

«Madre Teresa non è un personaggio moderno. Facciamo fatica a collocarla nel nostro tempo. Invece una ragazza nata nei Balcani all'inizio del 900, anche se poi volava sui jet; non è proprio nata nel nostro tempo nel nostro mondo. È nata in un mondo più vicino a quello di San Francesco».

È possibile oggi amare la povertà e non combatterla?

«Oggi è possibile amarla se sei una santa medievale, perché invece tutti noi siamo convinti che la povertà vada combattuta. Per questo Madre Teresa è stata criticata. Lei addirittura diffidava dell'altruismo. C'è una sua intervista in cui le chiedono: ma non c'è il pericolo che poi la gente, seguendo il suo esempio, si convinca che bisogna appunto fare il bene così per amore dei poveri, per altruismo? E lei risponde: non è per altruismo ma per amore di Gesù che bisogna amare i poveri. Ecco perché Madre Teresa è una figura fuori dal tempo; dopodiché dimostra anche che se hai quel tipo di energia puoi dominare qualunque epoca anche un'epoca in cui tutti sono molto diversi da te. Come la nostra».

Povertà e rivolta. Nel suo ultimo libro per Laterza scrive della povertà generatrice di rivolte. Oggi è possibile una rivolta generale contro la povertà o l'esasperato individualismo occidentale, la fine del sentirsi parte di una comunità, hanno azzerato questa possibilità?

«Nella storia mai dire mai. Non bisogna mai dire mai, perché anche quando una cosa sembra assolutamente impossibile e tramontata poi viene il momento in cui, invece, torna alla ribalta. Io sono sicuro che prima o poi ci sarà di nuovo una reazione contro l'individualismo, contro le disuguaglianze. Sono sicuro, ma non so quanto tempo ci vorrà».

Privacy Policy Cookie Policy