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I «gioielli» della Puglia patrimonio Unesco: da Castel del Monte la lista si allungherà

Gianpaolo Balsamo

Ad oggi i siti iscritti nella lista dei patrimoni dell'umanità (luoghi di un valore eccezionale sia dal punto di vista naturalistico sia culturale) sono 59 (53 siti sono di tipo culturale e 6 di tipo naturale) mentre le candidature per nuove iscrizioni sono 31

Già Dante e Petrarca nei secoli scorsi lo chiamavano Bel Paese. Definizione migliore non poteva essere data all’Italia che, secondo l’Unesco (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, istituita a Parigi 4 novembre 1946, dove si trova anche la sede attuale, con il preciso obiettivo di promuovere la pace tra i vari Stati appena usciti dal conflitto mondiale mediante i canali dell’istruzione e della formazione), è il Paese con il maggior numero di patrimoni di tipo culturale, sia quello con il maggior numero di patrimoni in assoluto. Ad oggi, infatti, i siti iscritti nella lista dei patrimoni dell'umanità (luoghi di un valore eccezionale sia dal punto di vista naturalistico sia culturale) sono 59 (53 siti sono di tipo culturale e 6 di tipo naturale) mentre le candidature per nuove iscrizioni sono 31. Il Nostro Paese si posiziona davanti alla Cina che ne ha 56, alla Germania che ne ha 50, e a Francia e Spagna che ne hanno 49 ciascuna.

A livello regionale, invece, la Lombardia vanta il più alto numero (11) di patrimoni Unesco. La Puglia, oltre a castel del Monte e ai Trulli di Alberobello, entrambi patrimonio Unesco dal 1996, annovera anche dal 2017 la faggeta vetusta della Foresta Umbra (nell’ambito del patrimonio Unesco delle «Antiche faggete primordiali dei Carpazi» condiviso con altre regioni d’Italia e nazioni d’Europa) e dal 2011 il Santuario di Monte S. Angelo 2011, nell’ambito del patrimonio Unesco «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d. C.)».

Ma cosa comporta l’iscrizione di un sito nella lista del patrimonio mondiale Unesco? «Innanzitutto assicura al sito il massimo livello di protezione, tramite le varie legislazioni nazionali, e i migliori standard di gestione. Questi aspetti - spiega Alessandra Carlini, funzionaria dell’area di promozione culturale dell’Unesco, interpellata dalla Gazzetta - sono costantemente monitorati dall'Unesco attraverso rapporti periodici effettuati dagli organi consultivi della stessa Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Icomos e Iucn e Iccrom). Lo Stato firmatario della Convenzione del 1972 sul Patrimonio Mondiale si assume dunque l'obbligo giuridico di assicurare la protezione del bene iscritto».

«Inoltre - continua - l'associazione di un sito o di un territorio al logo Unesco ne aumenta la visibilità e il prestigio, incrementando i flussi turistici e il numero delle industrie creative che hanno sede nell'area del riconoscimento Unesco».

«Infine - conclude Alessandra Carlini - i siti Unesco hanno la possibilità di accedere all'assistenza internazionale dell'Organizzazione in caso di problematiche di conservazione e gestione, sia tramite conoscenze tecnico-scientifiche, sia tramite contributi finanziari nel caso di Paesi a più basso reddito».

Castel del Monte, nelle campagne di Andria, è sicuramente il sito Unesco tra i più noti per il suo significato simbolico, testimoniato dalla posizione, dalla precisione matematica e astronomica della planimetria e dalla forma perfettamente regolare. «Pezzo unico di architettura militare medievale, Castel del Monte è una riuscita fusione di elementi dell'antichità classica, dell'Oriente islamico e del gotico cistercense nordeuropeo». Ma non tutti sanno che il maniero federiciano ottagonale proprio per la sua «massima importanza per l'umanità» e il suo «eccezionale valore culturale e storico», rientra tra i quattro siti del Patrimonio Mondiale (tre sono a Cipro) che hanno ottenuto nel 2010 lo status di «protezione rafforzata» dal Comitato per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato.

Sul sito istituzionale dell’Unesco, spiega la funzionaria dell'Area della Promozione Culturale, c’è anche una sezione («Tentative List italiana») che contiene l'elenco dei 31 siti che ambiscono ad essere riconosciuti Patrimonio mondiale. Ogni Paese aderente alla Convenzione per la Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale propone determinati siti per l'iscrizione negli anni a venire. Tra questi ci sono anche alcuni siti o beni immateriali pugliesi come i tratturi della Capitanata («La transumanza: il cammino del pastore reale» riguarda in realtà non solo la Puglia ma, anche, la Basilicata, l’Abruzzo, il Molise e la Campania), l'altopiano delle Murge («Murge i Altamura») con le le gravine (erosioni carsiche paragonabili ai canyon americani, con pareti ripide e profondità anche superiori ai 100 metri), e nel Salento «Il barocco leccese» e «Le grotte carsiche nella Puglia preistorica».

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