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Dai tetti di Taranto alla Biennale di Venezia

 
Paola Marino

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Paola Marino

Dai  tetti di Taranto alla Biennale di Venezia

Una veduta della città negli Anni '70

I lavori del Collettivo Post Disaster nel Padiglione Italia. La mostra il prossimo 20 maggio

Domenica 29 Gennaio 2023, 13:06

Parte da Taranto con il gruppo di architetti e designer Post Disaster l’attività del Padiglione Italia della 18.a Mostra internazionale di Architettura - La Biennale Architettura di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Si intitola Post DisasterRooftops EP04 ed è la prima delle nove attivazioni site-specific di «Spaziale presenta», la fase propedeutica alla realizzazione di «Spaziale: Ognuno appartiene a tutti gli altri», il progetto per il padiglione italiano curato da Fosbury Architecture.

Il collettivo Post Disaster, (fondato da Gabriele Leo, Gabriella Mastrangelo, Grazia Mappa, Peppe Frisino) svilupperà il progetto insieme alle performer, attiviste e ricercatrici Silvia Calderoni nota al grande pubblico come principale interprete della compagnia teatrale Motus, e Ilenia Caleo, attrice e drammaturga. Stanno lavorando alla realizzazione di un’azione performativa frutto di una ricerca sulle suggestioni critiche e materiche di Taranto che si svolgerà in primavera sui tetti della Città Vecchia.

Tutto confluirà poi all’interno del Padiglione Italia, dal 20 maggio al 26 novembre 2023, come sintesi formale e teorica dei processi innescati nei diversi territori nei mesi precedenti, restituendo una diversa e originale immagine dell’architettura italiana nel contesto internazionale. Per Fosbury Architecture: «L’Architettura è una pratica di ricerca al di là della costruzione di manufatti e la Progettazione è sempre il risultato di un lavoro collettivo e collaborativo, che supera l’idea dell’architetto-autore. Lo “spazio” è inteso, in questa visione, come luogo fisico e simbolico, area geografica e dimensione astratta, sistema di riferimenti conosciuti e territorio delle possibilità».

Post DisasterRooftops EP 04 è la tappa importante di un processo iniziato nel 2018 nato proprio sui tetti di Taranto, città manifesto della crisi urbana ed ecologica contemporanea, la cui condizione è un punto di partenza per esplorare una serie di questioni urgenti di interesse globale. Sui tetti di Taranto il collettivo ha invitato negli anni artisti, studiosi, ricercatori e progettisti ad indagare nuove interpretazioni degli spazi della città attraverso la propria pratica e il proprio background, trasformando di volta in volta questi spazi temporanei e non convenzionali in arene, stage per performance o laboratori a cielo aperto.

«Dai tetti della Città Vecchia di Taranto è possibile avere una ricognizione immediata degli effetti del disastro ambientale, economico, politico e, allo stesso tempo, immaginare collettivamente futuri alternativi attraverso continui slittamenti dello sguardo tra il reale e il possibile. Salire sui tetti permette di avere una visione d’insieme di una città traumatizzata ma offre anche un’occasione di cura, un punto di vista privilegiato per immaginare una narrazione alternativa, a partire da quegli edifici che noi reinterpretiamo come spazio pubblico. Abbiamo pensato che questa condizione così fisica e corporea, eppure distante dalle logiche dello spazio pubblico, fosse ideale per ospitare una piattaforma critica sui temi urgenti dell’urbanità contemporanea», ci raccontano i Post Disaster che con la loro pratica hanno raggiunto una solida complessità di relazioni e di riconoscimenti che confluiscono ora nel progetto di Biennale.

In piena sintonia con Fosbury Architecture per cui «L’Italia è una costellazione di territori fragili. Per alcuni la catastrofe è un evento tristemente ciclico, per altri un futuro ineluttabile, per altri ancora parrebbe essersi già manifestata. Convivere con il disastro è un tema a cui architetti e progettisti non possono più sottrarsi, per immaginare progetti che tentino di confrontarcisi concretamente». Anche qui le posizioni convergono, per il collettivo tarantino «I disastri sono fattori temporanei, eventi di transizione che, per quanto drammatici, svelano la possibilità̀ di immaginare scenari alternativi e ideali. Un invito all’azione, alla presa di coscienza di una condizione di crisi e, di conseguenza, della necessità di immaginare un post, attraverso continui slittamenti di sguardo tra il reale e il possibile».

Il work in progress di «Spaziale presenta» e l’attivazione dei nove interventi sarà raccontato passo dopo passo sul web ed in una prossima conferenza stampa saranno ne saranno svelati tutti i dettagli. Nel frattempo Taranto continua ad essere un cantiere aperto anche alla ricerca di nuove visioni e alla condivisione di saperi.

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