La mostra

Taranto, la Casa delle bambole nella collezione dell’antiquario Marzadori

Valentina Castellaneta

Fino al 5 gennaio è possibile ammirare «i balocchi» in legno nella biblioteca comunale Pietro Acclavio

TARANTO - Attraverso l’evoluzione dei giocattoli possiamo capire chi siamo stati e come sono cambiate le famiglie italiane negli ultimi 100 anni. È questa la sensazione che si ha osservando «I Balocchi» della collezione Marzadori in mostra alla biblioteca comunale «Pietro Acclavio» di Taranto fino al 5 di gennaio. L’antiquario e collezionista bolognese Maurizio Marzadori si è detto felicissimo di vedere i suoi giocattoli esposti nella grande sala superiore della biblioteca Acclavio. Sono solo una parte della grande collezione, più o meno 350 oggetti in legno, che si susseguono per aree tematiche piovendo anche dal cielo. La collezione è iniziata 30 anni fa con un lettino per la figlia Laura. «Ho iniziato quando nacque la prima figlia, mettendo insieme non solo giocattoli, ma anche mobili per bambini per la scuola e la casa, dall’Ottocento fino ai giorni nostri».

Marzadori racconta che, insieme ai curatori Luigi Orione Amato e Raffaela Zizzari, ha deciso di esporre a Taranto opere molto importanti che aiutano ad approfondire alcune tematiche specifiche come le illustrazioni del Corrierino dei Piccoli. Una sezione interessante è quella dedicata ai mobili delle case delle bambole, un Salone del Mobile in miniatura, con cucine riprodotte così fedelmente che dai rubinetti scorre l’acqua. «Una mostra nella mostra, perché sono tutti mobili a misura di bambola, che tracciano una storia del design, dall’800 fino ad arrivare agli anni ‘60 scoprendo lo stile che cambia».

Un cambiamento che Marzadori dice di cogliere anche nei bambini che visitano la mostra. «Vedono delle cose che non avevano mai visto, cose che scoprono per la prima volta perché i miei giocattoli sono soprattutto in legno. L’altra cosa interessante è vedere i nonni che diventano gli insegnanti: vivono di ricordi e raccontano ai nipotini i loro giochi e come si usavano questi giocattoli».

La cura, l’artigianalità e l’arte con cui sono stati costruiti i giocattoli collezionati da Marzadori è incredibile. «Noi abbiamo molti oggetti firmati da artisti importantissimi: in una bacheca ci sono una decina di pezzi di artisti come Duillio Cambellotti, Mario Bonazzi, Eugenio Tavolara. Anche nell’illustrazione per l’infanzia abbiamo Attilio Mussino e i lettini di Antonio Rubino, che qui non ci sono, ma da cui è partita la collezione. Lo comprai per la mia prima figlia Laura, violinista che ha suonato anche a Taranto. Rubino e Mussino sono gli artisti che hanno fondato il Corriere dei Piccoli, mettendoci arte e cultura». La mostra dedica una piccola parte anche alla storia, perché anche i giocattoli sono stati modificati dagli eventi storici del 900. «Negli anni ‘30 i bambini venivano un po’ indottrinati con giocattoli autarchici, simbologie, che oggi ci servono come documentazione». Documentazione di un passato che tracciava un chiaro solco tra i generi, chiaramente visibile nonostante l’alone fiabesco. La mostra è gratuita e visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, magari insieme ai nipotini.

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