Il ritratto

Joseph Altamura in tv, da Andria alla soap opera «Un posto al sole»

Aldo Losito

Il giovane attore riscuote successo anche al cinema

Ha fatto tanta gavetta e adesso comincia a raccogliere i frutti di quanto seminato negli anni scorsi. La recitazione è la sua grande passione, un sogno diventato realtà dopo tanti sacrifici. E' di Andria, ha 30 anni e si chiama Joseph Altamura, il nuovo protagonista della soap opera “Un posto al sole”. L'attore pugliese interpreta Stefano Crovi, personaggio che andrà a modificare gli equilibri della soap più longeva della Rai. Un ruolo principale destinato a durare a lungo nella produzione televisiva, che da oltre 25 anni continua ad avere un grande seguito.

«Bella soddisfazione – racconta l'attore andriese da anni residente a Roma -. Si tratta di un lavoro importante che mi vedrà impegnato per otto mesi. Sono contento perché interpreto un personaggio tanto atteso e che farà parlare di sé. Ho colto al volo un'opportunità che si era creata nella soap ed eccomi qui con un ruolo importante in “Un posto al sole”»

Questa esperienza lavorativa può diventare il trampolino di lancio per la tua carriera?

«Non c'è mai un trampolino di lancio. In questo lavoro non si è mai arrivati perché c'è sempre qualcosa da scoprire ed imparare. Sicuramente, l'esperienza di “Un posto al sole” mi porterà grande visibilità in Italia, e la pongo accanto ad un altro lavoro importante che invece mi ha fatto provare un set internazionale. Sono reduce, infatti, da un film dove ho parlato in lingua tedesca, ambientato negli anni 40 e girato in tutta la Polonia. Ero l'unico attore italiano nel cast e forse vedremo a breve il film in qualche festival internazionale. Da due anni ho cominciato a lavorare e non mi sono mai fermato. Ogni nuova esperienza cerco di svolgerla col massimo impegno e professionalità, proprio perché ho tanta voglia di crescere».

Solo cinema o anche altro?

«Il curriculum è vario. Ho fatto tante campagne pubblicitarie in tv ma anche teatro. Di recente ho avuto un ruolo nella fiction “Il patriarca” con Claudio Amendola, che uscirà ad ottobre. Nel 2020 e 2021 ho recitato nelle pellicole “Una sconosciuta” e “Maschile singolare”. Mi piace il cinema e vorrei concentrarmi su quello, ma in questo momento non posso scegliere e lascio aperte le porte a tutto».

Come è nata la passione per la recitazione?

«Fin da piccolo ero affascinato dal mio papà che faceva i fotoromanzi a Milano. Quindi ho cominciato a vedere tanti film e un giorno alla scuola superiore di Andria è scoccata la scintilla. Studiavo poco e per prendere crediti agli esami c'era un corso di teatro. Non mi volevano far partecipare perché ero “casinista”, ma ho fato di tutto per andarci. Non sono mai mancato ad una lezione e divenni il protagoista di due spettacoli al “Don Tonino Bello” di Andria. Da lì ho conosciuto la responsabile di corso, e fu lei che mi fece entrare come comparsa al film “La scelta” di Michele Placido. Ho dovuto interpretare un teppista che investiva la protagonista Ambra Angiolini. Rimasi anche dopo aver girato le scene e ed entrai nella produzione come stagista. Riuscii a stringere un buon rapporto con Placido, i suoi figli, la Angiolini, e realizzai il mio sogno di andare a Roma. Cominciai a frequentare i corsi di recitazione e ho studiato per anni, prima di cominciare a lavorare».

Per sfondare in questo lavoro sei stato costretto a lasciare la Puglia?

«Ci sono sempre dei bivi nella vita. Ho scelto questa strada anche se era difficile. Andare via dalle proprie radici non è stato semplice. Ho coltivato questo sogno di fare l'attore e volevo provarci per non avere rimorsi in futuro. All'inizio le mie giornate erano tutte al telefono con la mia mamma per capire come cucinare e fare le lavatrici, ora dico che questa scelta di vita mi ha fatto crescere più velocemente».

Sei rimasto legato alla famiglia e alla tua terra d'origine?

«Sono persona super tranquilla che non ha perso l'umiltà di partenza. All'inizio tornavo di meno a casa per non perdere quanto studiato con la dizione. Adesso torno in Puglia con più frequenza, ritrovando i soliti amici e soprattutto i miei familiari. Perché non bisogna mai dimenticare da dove si viene. La mia famiglia mi ha sempre supportato, oltre a darmi consigli utili».

Sei legato sentimentalmente a Desiree Noferini, una giovane attrice che come te sta andando forte in questo momento. Il lavoro lo portate anche a casa o lo tenete fuori dalla vita privata?

«Il lavoro lo portiamo anche a casa, perché penso che sia un modo per parlare, per ritrovarci in quello che stiamo facendo e darci una mano. Nella coppia ci aiutiamo molto e ci supportiamo a vicenda. Anche per i provini, per esempio, ci aiutiamo vicendevolmente e tutto diventa molto più bello e semplice. In questo lavoro ci vuole la fiducia reciproca e il rispetto verso l'altra persona. Niente invidia. Anzi, se uno prende un lavoro l'altro è felice. Reputo la coppia come una vera e propria famiglia, e io con Desiree la stiamo costruendo. Siamo felici l'uno per l'altro. Ho conosciuto una donna eccezionale e sono fiero di averla al mio fianco, di crescere con lei e andare avanti nel percoso di vita e lavorativo».

A quale modello di attore ti ispiri?

«Mi piace Matthew McConaughey, Joaquin Phoenix, Keanu Charles Reeves, attori che sanno interpretare più ruoli e sanno dare molte emozioni. Poi tra gli italiani stravedo per Pierfrancesco Favino. Tra i registi con cui vorrei lavorare ci sono i fratelli D'Innocenzo che stanno crescendo tantissimo, oltre che Ozpetek, Muccino e Sorrentino. Il sogno più grande è lavorare con Woody Allen».

Al cinema che film preferisci guardare?

«Amo i film drammatici, perché mi emozionano. Mi piace andare al cinema e piangere di dolore ma anche di gioia».

Quali sono i progetti futuri?

«In pentola bolle una serie internazionale da girare a breve in Polonia in lingua polacca, poi ho un ruolo in ballo per una serie Rai, e un film nella mia Puglia».

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