Il racconto
Addio «fratello rock» Aleksandr
Da Mosca a Bari, attraverso San Nicola, un legame con il regista Nico Cirasola
Un film francese di qualche anno fa, di cui non ricordo il titolo, ben definiva il tempo della nostra vita che è «pari ad uno schiocco di dita».
Trovo questa frase molto vicina alla realtà che ci sfiora ogni giorno, ed in particolare in questo momento così fragile che viviamo da mesi. Da un giorno all’altro si sente parlare di amici e parenti che sono stati colpiti dal COVID e che potrebbero sparire nel giro di pochi attimi!
Il bello della vita è proprio l’incertezza del domani, ma ogni volta che perdiamo parenti amici siamo sempre sorpresi.
Qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio che mi ha frastornato: Aleksandr Davidovich Lipnitsky, mio amico di Mosca, è morto all’improvviso.
Una dipartita assurda: passeggiava con il suo amato cane Trex nel bosco che circondava la casa dove viveva da 68 anni, quando Trex rimase imbrigliato in una lastra di ghiaccio. Aleksandr cercò di tirarlo fuori dal pericolo ma rimase incagliato anche lui. Sono volati insieme nell’altro mondo!
La Puglia e la Russia con la dipartita di Aleksandr Davidovich Lipnitsky (8 luglio 1952 // 25 marzo 2021 Mosca) musicista, regista, presentatore televisivo, collezionista di antiche icone russe, protagonista e diffusore della cultura rock nell’Unione Sovietica fin dagli anni ’70, un mecenate, un amico un uomo dagli orizzonti aperti, perde un faro e un ponte importante di interscambi culturali ed economici.
Ho conosciuto Aleksandr a Mosca nel 2017 in occasione delle attività di promozione cinematografica «Il giorno della Puglia», nell’ambito del festival RIFF (Russia/ Mosca), organizzato da Ivan Banderblog con la sua associazione Chelovek Makak e la Mediterranea film, finalizzato a rafforzare il legame culturale tra Russia ed Italia.
Da quel momento è sorta fra noi una solida amicizia, cementata dalla passione di Aleksandr per le icone storiche russe e per la musica rock.
Era la prima volta che visitavo la Russia. Fino a quel momento, nonostante fossi stato iscritto ai corsi di Russo alla Facoltà di lingua e letteratura straniera e nonostante avessi abitato per decenni a Bari a due passi dalla Chiesa Russa, Mosca e l’URSS erano echi lontani e non sentivo l’esigenza di conoscere quel mondo così contradditorio e pieno di misteri: terrore, Zar, rivoluzioni, stalinismo, miti e nemici del comunismo, romanzi, eroi, artisti, cortina di ferro, guerra fredda, crollo del muro di Berlino, perestojka.
L’incontro e l’amicizia con Aleksandr ed Ivan hanno risvegliato in me il desiderio di viaggiare ed esplorare nuovi sentieri senza pregiudizi.
Oggi, nel pieno di questa terribile pandemia, sento ancora più forte il desiderio di viaggiare. Nel 2017 non c’erano restrizioni e non volevo perdere l’occasione di un viaggio a Mosca. Non vedevo l’ora di entrare per la prima volta nella nazione più grande del mondo, un paese che con il nuovo assetto politico e geografico si estende su un’area che comprende nove fusi orari per una superficie totale di oltre 17 milioni di km quadrati. Ivan ed Aleksandr mi hanno introdotto in quel misterioso e magico mondo della grande Russia non da turista ma da amico e partner per nuovi interscambi e progetti da sviluppare insieme.
Aleksandr da 68 anni viveva in una dacia immersa nella foresta, circondata da altrettanto storiche e monumentali dacie che hanno ospitato capi di stato, importanti uomini della cultura e dell'economia mondiale fin dall'epoca di Stalin.
In quel luogo hanno soggiornato anche scrittori, astronauti, potenti uomini della politica e degli affari dell’Unione sovietica e del mondo intero e li ho trascorso
giornate indimenticabili tra la dacia e i sentieri del bosco e una vodka fatta in casa, sognando e progettando interscambi tra Italia e Russia, Bari e Mosca: emozioni e nuovi orizzonti si sono aperti !
Qualche mese dopo gli amici russi sono venuti a Bari per allestire una importante mostra con preziose storiche icone presso il Castello Svevo. Dal 1 maggio al 30 giugno del 2018 Aleksandr è stato tra i consulenti esperti, in qualità di sostenitore della mostra e collezionista di alcune pale esposte. La mostra, organizzata e fortemente voluta da Ivan Banderblog con la sua associazione Chelovek Makak e con la complicità di Aleksandr, è stata un evento unico per Bari ha coinvolto autorità civili e religiose e le maggiori istituzioni culturali Italiane e Russe.
Bari è la città dove riposano le ossa di San Nicola, santo celebrato dall’intera comunità dei paesi di religione ortodossa, e tra le icone storiche esposte molte erano dedicate a San Nicola, alla sua vita pastorale e ai suoi miracoli. Tra i santi rappresentati c’era anche San Michele Arcangelo che è molto legato alle tradizioni pugliesi. Aleksandr non era solo un esperto di icone, ma era anche un cultore della musica rock. A casa sua gìà negli anni 70 / 80 era possibile ascoltare dischi provenienti dall’ovest dei gruppi rock più accreditati e sperimentali, dai Beatles ai Rolling stones agli Ac/DC ai Pink floyd a Brian Eno. Ha potuto coltivare la sua passione musicale per l’occidente, condivisa con un folto gruppo di amici musicisti e cantanti, senza particolari veti grazie anche alla sua famiglia. Infatti il padre naturale era un medico omeopatico indispensabile per i potenti del Cremlino. Alla sua morte la madre aveva sposato in seconde nozze Viktor Sukhodrev, traduttore e fedele collaboratore in tutte le missioni all’estero di Nikita Khrusciov, Leonid Breznev e Michail Gorbacev, e nipote tra l’altro di una famosa attrice sovietica: Tatyana Okunevskaya. Dall’ovest non era possibile importare alcun disco, ritenuto blasfemo e controrivoluzionario, e la diffusione della musica occidentale era reato.
Ma Aleksandr viveva a pochi chilometri dal centro di Mosca e la sua famiglia allargata gli ha permesso di disporre di due storiche dacie immerse nella foresta residenziale dell'ex Unione sovietica dove ha potuto ospitare amici e coltivare le sue passioni. Vicini di dacia la famiglia Konchalovsky con i registi Andrej Sergeevic e Nikita Sergeevic Michalkov. Ha sostenuto e coinvolto tutti i musicisti e sperimen-tatori di musica alla ricerca di nuove sonorità, ritmi e testi, seguendo e contami-nando generi dell’ovest e dell’est e dando vitalità ad importanti nuovi gruppi mosco-viti di giovani appassionati di musica. Aleksandr ha fatto parte di quasi tutte le prime formazioni musicali con il suo magico basso. Nel 1980 è stato tra i promotori del Tbilisi rock festival, organizzato dalla Georgian National Philharmonic Hall, dall'Unione dei compositori della SSR georgiana e dal Centro repubblicano per la cultura giovanile del Comitato centrale georgiano di Komsomol. Da molti dichiarato «Woodstock sovietico», il festival era essenzialmente una competizione musicale autorizzata dallo stato con l'obiettivo dichiarato di «promuovere lo sviluppo della musica originale sovietica e scoprire nuovi artisti e compositori di talento». Il festival fu sostenuto da Eduard Shevardnadze, il Primo Segretario contemporaneo del Partito Comunista Georgiano, che sicuramente cercò, in questo modo, di pacificare i giovani georgiani sempre più coinvolti in attività nazionaliste e dissidenti dopo le manifestazioni dell'aprile 1978 a Tbilisi. Aleksandr era in prima fila tra i gruppi musicali coinvolti e fu uno dei protagonisti del mutamento culturale ed economico determinato dalla perestrojka, voluta dal governo di Gorbaciov, che segnò un cambiamento radicale in Unione Sovietica nella seconda metà degli anni ottanta. Aleksandr fu anche una chitarra basso protagonista di diverse formazioni musicali fin dagli anni ’70. Un promotore, sostenitore del rock, ma anche di eventi culturali ed interscambi internazionali con le formazioni musicali Ot Zvuki Mu e Veglivwi Otkaz, collaborò anche con Brian Eno dal 1988-1991 creando ponti e aprendo nuove pagine di storia musicale tra est ed ovest. Aleksandr e il suo gruppo musicale con Ivan Banderblog e l’Association «CheLoveK MaKak» hanno creato interscambi tra Italia e Russia negli ultimi anni.
Due anni fa in Puglia, e in particolare nel Salento, Ivan Banderblog, con il sostegno di Aleksandr e varie istituzioni Russe, ha presentato gruppi d’avanguardia della nuova generazione rock.
Aleksandr con il suo basso e il suo sorriso è sempre con noi e lo aspettiamo idealmente in Puglia per un prossimo concerto rock o una mostra con le storiche icone!