Il bollettino

Covid: in Puglia nessun decesso e 417 positivi, il 5,9% dei test. In Basilicata 90 casi

Redazione online

Sono 153 le persone ricoverate, 8 in terapia intensiva

BARI - Sono 417 i nuovi casi positivi al Covid registrati nelle ultime ore in Puglia su 7.091 test. Nessun decesso è stato registrato. Il tasso di positività è del 5,9%.

Sono complessivamente 14.443 le persone attualmente positive, 153 quelle ricoverate in area non critica, 8 in terapia intensiva. Questa la suddivisione per provincia: Bari 133, Bat 25, Brindisi 36, Foggia 29, Lecce 149, Taranto 42. I residenti fuori regione sono 2, quelli di provincia in definizione 1.

Novanta dei 435 tamponi esaminati in Basilicata nelle ultime 24 ore sono risultati positivi. Lo ha reso noto la task force regionale, spiegando che non vi sono state altre vittime del covid-19.
Negli ospedali sono ricoverate 31 persone, una delle quali è curata in terapia intensiva. Ieri sono guarite 71 persone: altre 4.934 sono in isolamento domiciliare.

CIRCA 200MILA PRESTAZIONI DA RECUPERARE

Sono circa 200mila le prestazioni sanitarie, tra visite, esami e interventi, che in Puglia devono essere recuperate dopo lo stop imposto dal Covid tra il 2020 e 2021. Lo conferma la Regione Puglia. Oggi le liste di attesa sono state al centro delle audizioni dei direttori generali in commissione Sanità, al centro del dibattito la nuova proposta di legge per l’abbattimento dei tempi. La proposta di legge di cui è primo firmatario Fabiano Amati (Pd) prevede la decadenza dei direttori generali qualora non eseguano entro trenta giorni dall’entrata in vigore della nuova legge le attività previste. Inoltre, si prevede la sospensione delle visite private in regime di Alpi (di libera professione) qualora i tempi di attesa per le prestazioni pubbliche siano superiori a più di cinque giorni rispetto a quelle erogata in Alpi. I direttori delle Asl hanno ammesso che i tempi d’attesa tra le prestazioni istituzionali e quelle in regime di Alpi non sono allineati, ma hanno evidenziato anche la carenza di medici specialisti e infermieri.

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