Serie B

Bari, Caserta preoccupato: «Poco equilibrio si deve alzare il livello»

Davide Lattanzi

La squadra emerge dalla sosta con le fragilità ormai note e un’identità indefinita malgrado siano ormai trascorsi tre mesi e altrettante soste di campionato. Ma i biancorossi proprio non trovano un assetto credibile

Sarà l’ennesima settimana di passione. Il Bari emerge dalla sosta con le fragilità ormai note e un’identità indefinita malgrado siano ormai trascorsi tre mesi e altrettante soste di campionato. Ma i biancorossi proprio non trovano un assetto credibile, una manovra funzionale, soprattutto un equilibrio che nella categoria è imprescindibile.

La «rumba» incassata dal Frosinone che avrebbe potuto assicurarsi l’intera posta con un margine molto maggiore, conferma affanni antichi, lacune vistose, ma anche le difficoltà nel trovare rimedi. Fabio Caserta si presenta in tarda serata in sala stampa: sembra il segnale che qualche decisione bolla in pentola, ma per ora non ci sono decisioni ufficiali. La società rifletterà sulla posizione del tecnico nelle prossime ore, come è doveroso che sia. Tuttavia, non aver provveduto durante la sosta a scelte che sembrano trascinarsi da tempo malgrado siano presenti davvero tutte le avvisaglie, sembra l’ennesima topica di una stagione scandita da decisioni tecniche, tattiche e gestionali davvero scriteriate.

«Abbiamo concesso davvero troppo ai punti di forza del Frosinone», comincia così l’analisi di Caserta. «Abbiamo sofferto moltissimo i loro esterni: Ghedjemis e Kvernadze mettono in difficoltà tutti. In B fanno davvero la differenza. Antonucci è stato in difficoltà, ma è in grado di coprire il ruolo di esterno a tutta fascia che ha già interpretato più volte nella sua carriera. Poi l’ho invertito di corsia con Dickman, ma non abbiamo ottenuto una vera inversione di tendenza. Non sarebbe giusto, però, analizzare il match soltanto su uno o due duelli. La realtà è che negli ultimi tempi si era parlato tanto di una squadra rinunciataria, che spingeva e proponeva poco. La scelta, perciò, era provare a giocare di più, ad alzarci e aumentare il livello di pericolosità. Le possibilità sono abbassarsi e ripartire oppure essere maggiormente aggressivi. Ho optato per la seconda strada, non ha pagato». L’allenatore calabrese prova a individuare le cause più profonde di una sconfitta che incanala in un trend negativo. «Sono convinto che il nostro maggiore problema sia mentale», le parole di Caserta. «Quando subiamo l’episodio negativo troppo spesso finiamo con l’andare al tappeto del tutto. Invece, occorre reagire, restare aggrappati alla gara, superare il frangente complesso che in una gara può capitare. Subiamo gol troppo semplici: il Frosinone in occasione della prima e della terza rete ha fraseggiato a suo piacimento. Non va bene. È accaduto anche in altre occasioni. Da questo punto di vista dobbiamo crescere davvero tanto. Eppure, un aspetto vorrei sottolinearlo: sul piano della produzione ho visto qualcosa di meglio: preferisco giocarmela a viso aperto piuttosto che produrre soltanto mezza occasione a partita. È scontato che non possa bastare». Il mister ex Catanzaro, però, finora non ci è riuscito.

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