SERIE A

Lecce, lampi di luce: e mister Di Francesco sorride

Pierpaolo Verri

La squadra giallorossa ha disputato la migliore prestazione di questo difficile inizio di stagione

LECCE - Lampi di luce nel Lecce, anche senza la vittoria. Malgrado contro il Bologna sia arrivato soltanto un pareggio, la squadra giallorossa ha senza ombra di dubbio disputato la migliore prestazione di questo difficile inizio di stagione. Una partita di rottura rispetto alle deludenti uscite inanellate finora, una prova che il tecnico Eusebio Di Francesco auspica possa rappresentare un punto di partenza, perché per la prima volta si è visto sul campo quel Lecce che finora era rimasto soltanto nelle idee e nelle aspettative di addetti ai lavori e tifosi.

Una squadra attenta, compatta, che fa dell’intensità e della cattiveria agonistica i suoi punti di forza, che difende senza scomporsi e attacca con convinzione. Un Lecce che giocando così può dire la sua nella corsa salvezza e che adesso deve imparare a trovare continuità. Certo, non mancano gli aspetti su cui lavorare, in particolar modo quelle disattenzioni ampiamente evitabili che stavano costando carissimo anche contro il Bologna. La serie A, d’altronde, non perdona e il Lecce contro i felsinei è andato molto vicino alla sconfitta, pagando gli unici due errori della partita che hanno portato ad altrettante reti degli ospiti. Bravi i giallorossi questa volta a crederci e a riscrivere un destino che sembrava ancora una volta beffardo.

È servito un guizzo del ragazzo prodigio, quel Francesco Camarda arrivato con tante aspettative dal Milan, che ha trovato il suo primo gol in serie A proprio allo scadere. Un gol che vale più del punto che muove la classifica, perché permette al Lecce di respirare e di ricominciare a lavorare con maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Una rete storica, perché Camarda, andando a segno all’età di 17 anni e 202 giorni, è diventato il più giovane marcatore di sempre del Lecce in serie A. Una volta riuscito a sbloccarsi, l’obiettivo è non fermarsi più.

La sensazione che lascia la prestazione dei giallorossi è che il tecnico Di Francesco sia riuscito a trovare una quadra anche dal punto di vista tattico, trovando l’abito giusto da cucire addosso alla sua squadra. Ha premiato, in particolar modo, la scelta di schierare Ramadani e Berisha insieme davanti alla difesa, con Coulibaly libero di svariare in proiezione maggiormente offensiva. Ramadani adempie bene alla funzione di recuperatore di palloni, garantendo equilibrio e dinamismo sulla linea mediana. Berisha, invece, può essere quel giocatore di qualità in grado di dettare i tempi di gioco e di accendere la luce dal centrocampo in avanti. Il classe 2003 ha messo lo zampino nel gol che ha aperto le marcature e ha battuto il calcio d’angolo che ha portato al gol di Camarda. Nelle azioni più pericolose è sempre riuscito a ritagliarsi un ruolo importante e non è certamente un caso.

C’è poi l’instancabile Coulibaly, che si è riscoperto nuovamente goleador, come nella magica notte dell’Olimpico dello scorso 25 maggio, quando con una sua rete ha permesso al Lecce di ottenere la storica terza salvezza consecutiva. Suo il gol che ha aperto le marcature contro il Bologna e nella ripresa ha avuto anche l’occasione per la doppietta personale, colpendo un clamoroso palo. E pensare che, come rivelato da Di Francesco nel post dell’incontro, il maliano aveva anche saltato l’ultimo allenamento prima della partita per un problema a un piede.

«È vero, non ero al meglio - ha detto Coulibaly a margine della sfida - ma questo non mi ha impedito di dare il massimo in campo. Giocando così possiamo toglierci delle belle soddisfazioni, continuando su questa strada i nostri sforzi verranno ripagati. Questo pari ci dà più fiducia, dobbiamo ripartire da qui, correggendo quegli errori che ci hanno impedito di portare a casa l’intera posta in palio e provando a fare risultato a Parma».

Proprio la sfida ai ducali, in programma sabato, rappresenterà la prova del nove per il rinato Lecce: dare continuità alla prestazione vista con il Bologna è imprescindibile, dovendo però necessariamente abbinare anche un risultato utile per risalire la china in classifica.

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