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Pantaleo Corvino, l’anima del Lecce. La sfida di sabato con la Lazio, lo «incorona» «mister 1.000»

Antonio Calò

Sticchi Damiani: «Un fuoriclasse in ogni senso». Il responsabile dell’area tecnica del Lecce ha raggiunto il traguardo delle mille partite in carriera tra A, B e coppe varie

LECCE - La sfida di sabato con la Lazio, ha «incoronato» Pantaleo Corvino «mister 1.000». Il responsabile dell’area tecnica del Lecce ha raggiunto il traguardo delle mille partite in carriera tra A, B e coppe varie, nei suoi 25 anni vissuti nel ruolo di «direttore» di Lecce, Fiorentina e Bologna. Nel dettaglio, sino ad oggi, ha collezionato 688 gare (270 con in Lecce) in massima serie, 194 (152 con la società salentina) nel torneo cadetto, 70 (38 con il sodalizio giallorosso) in Coppa Italia, 6 nei play off di A/B (2 con il club presieduto da Saverio Sticchi Damiani), 18 in Champions League, 16 in Coppa Uefa, 8 in Europa League.

Nella sua lunga carriera, Corvino, che ha festeggiato 75 anni il 12 dicembre scorso, vanta anche 10 anni in C e, nel complesso, ha alle spalle oltre 1.600 match, partendo dalla sua Vernole, in Terza categoria, sino a raggiungere i fasti della Champions League, disputata con la Fiorentina.

Abbiamo provato a tratteggiare un suo profilo tramite il pensiero di Saverio Sticchi Damiani (che lo ha fortemente voluto a Lecce dopo la retrocessione dalla A maturata nel 2019/2020, con l’intento di portare avanti la complicatissima politica tendente a coniugare i risultati sportivi con la sostenibilità economica), Sandro Mencucci (con il quale ha collaborato nella Fiorentina ed ora nel Lecce) e Stefano Trinchera (suo braccio destro in seno al sodalizio salentino).

«Lavoro gomito a gomito con Pantaleo da cinque anni ed abbiamo una conoscenza reciproca profonda - afferma Sticchi Damiani - A volte, per comprenderci, non dobbiamo nemmeno parlare. Insomma, un rapporto intenso, nel cui ambito cerchiamo quotidianamente di supportarci a vicenda. Le sue 1.000 “presenze”, tra A, B e coppe, sono molte di più contando anche quelle nelle categorie inferiori e rappresentano un bagaglio di esperienza che costituisce un valore aggiunto per il club nel quale è impegnato. Corvino ha sempre fatto crescere le società nelle quali ha operato. Solo tre sodalizi in tanti anni. Chi ne comprende le qualità, infatti, difficilmente se ne priva».

Il massimo esponente del Lecce si sofferma su un aspetto in particolare: «Di lui voglio rimarcare soprattutto una caratteristica. Sovente, i fuoriclasse vivono di rendita del proprio genio. Pantaleo, invece, nonostante le sue innate qualità, cura ogni dettaglio perché abbina il talento alla cultura del lavoro. Gli obiettivi raggiunti ed i successi che ha centrato non hanno mai scalfito la sua soglia di approfondimento, la sua voglia di seguire ogni sia pur piccolo aspetto. Vorrei che si godesse questi suoi ultimi anni di carriera percependo sempre di più l’affetto e la stima dei tanti tifosi che lo apprezzano».

L’amministratore delegato Mencucci lo conosce dai tempi della Fiorentina: «Ho collaborato con lui per dieci anni nella “Viola”, dove ha meritato la grande stima e la massima fiducia della famiglia Della Valle, mentre quella in corso è la terza stagione nella quale lavoriamo insieme nel Lecce. Sa valorizzare al meglio le risorse aziendali ed ha una straordinaria conoscenza del mondo del calcio. Nel suo campo, è uno dei più apprezzati in Italia ed in Europa ma, sotto questo profilo, per lui parlano i risultati». Mencucci punta quindi i riflettori su un altro argomento: «Preferisco soffermarmi sul Corvino uomo, che è una persona seria e corretta, ricca sul piano morale. Per lui i calciatori sono innanzitutto uomini e non a caso si dedica tanto al settore giovanile, in quanto gli piace fare crescere i ragazzi anche dal punto di vista del comportamento oltre che a livello tecnico. Oramai abbiamo una intesa consolidata e ci basta una mezza frase per comprenderci immediatamente, sempre nel rispetto della propria area di competenza».

Il direttore sportivo Trinchera ha in Corvino un punto di riferimento: «Lo conosco dal 1995. Lui era il direttore sportivo del Casarano ed io un calciatore del Lecce. Mi volle nella sua formazione e, da quel momento, tra di noi c’è sempre stato un rapporto di stima e di affetto. Mi ha trasmesso il fascino della professione e, quando ho appeso le scarpe al chiodo e ho deciso di intraprendere la carriera dirigenziale, ho sempre guardato a lui come ad un modello da seguire». Dopo essere stato un suo giocatore nel Casarano, ora Trinchera lavora con lui in seno alla società salentina: «Da alcuni anni sono al suo fianco nel Lecce, dove mi ha voluto con sé e per me è un onore. Siamo una squadra. Faccio fatica a parlarne perché si potrebbe pensare che sono di parte, ma non ho alcun dubbio che sia il numero uno nel suo campo. È geniale, perfezionista. Non si accontenta mai. Cura ogni minimo dettaglio di tutti gli aspetti dei quali si occupa. Pretende costantemente il massimo, innanzitutto da se stesso e poi dagli altri».

Durante la stagione in corso, Corvino taglierà un altro traguardo incredibile nella propria storia personale ed in quella del Lecce, ovvero le 700 partite con il club salentino. Per lui, che è profondamente legato al territorio che gli ha dato i natali, sarebbe motivo di enorme orgoglio festeggiare questo ulteriore record con la terza salvezza di fila in A della formazione giallorossa, obiettivo mai centrato nella storia del sodalizio.

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