Serie B

Lo sceicco e il Bari, prove di contatto

Antonello Raimondo

Un mese per capire se la trattativa può diventare reale

BARI - Se non è un’ossessione, poco ci manca. Per i tifosi del Bari l’idea di liberarsi dal concetto di multiproprietà conta nettamente di più del rendimento della squadra, al netto di una passione che non tramonta letteralmente mai. L’avvento di Malik Humoud Faisal Al-Sahab sulla scena barese, con tanto di visita a Palazzo di Città, alza e non di poco il livello di «sensibilità» di una piazza ormai in chiaro regime di opposizione nei confronti della famiglia De Laurentiis (nel mirino c’è soprattutto il patron della Fimauro, Aurelio). In ogni angolo di città emerge sempre più una frattura insanabile. A maggior ragione ora che sembra poterci essere un’alternativa credibile.

Non c’è tifoso del Bari che, quotidianamente, non si interroghi sullo stato delle cose. Fame di notizie, il folle bisogno di passare dalla speranza alla concretezza. La gente ha voglia di capire i piani dello sceicco e, soprattutto, le reali intenzioni di De Laurentiis. Inutile girarci attorrno, la sensazione è che la vendita del Bari non sia all’ordine del giorno. Il calcio, d’altronde, è centralissimo nell’asset aziendale. Con il Napoli nei panni di terminale dall’alto di una storia e un bacino di utenza che favoriscono scelte trancianti nella programmazione degli investimenti. Sotto il Vesuvio, quando serve, i De Laurentiis investono e pure tanto. Allenatori di prestigio (Ancelotti, Benitez, Spalletti, Conte) e acquisti onerosi (40 milioni per un difensore, Buongiorno, ne sono una limpida testimonianza). Qui, no. L’impressione è che il «portafogli» si stia, addirittura, svuotando. Fino ai segnali, chiarissimi, di questa ultima sessione di mercato. De Laurentiis senior ha pronunciato una parola durissima: autogestione. Negli anni scorsi c’era scappato qualche sforamento di bilancio. Ora non accadrà più. Alla faccia delle ambizioni di una città stanca di barcamenarsi tra equivoci e stagioni complicate. Certo, non vuol dire che il Bari di oggi non possa regalarsi un campionato da protagonista. Ma se anche così fosse... non cambierebbe di una virgola l’analisi della situazione e delle prospettive.

CONTATTI - Il dialogo tra lo stato maggiore del Bari e il componente della famiglia reale del Kuwait, Malik Humoud Faisal Al-Sahab, si è interrotto dallo scorso 14 luglio, giorno in cui l’uomo d’affari proveniente dal Medio Oriente sbarcò nel capoluogo pugliese per conoscere una zona che potrebbe dare vita ad una serie di investimenti. In particolare, stuzzicherebbe l’idea di costruire un grande resort nella zona a Sud-Est della città metropolitana. Alcuni contatti sarebbero stati già avviati con figure istituzionali nella zona di Mola di Bari. L’investimento sul calcio, però, viaggia su binari slegati dagli altri affari. Perché Al-Sahab è da sempre appassionato di sport, come dimostrano i molteplici incarichi federali ricoperti in patria, nonché l’esperienza al vertice della squadra dell’Al-Shabab, promossa nel massimo campionato proprio nel periodo della sua gestione.

Lo sceicco, pertanto, approfondirà la questione direttamente con la famiglia De Laurentiis in un incontro che si svolgerà tra fine settembre e inizio ottobre, probabilmente alla presenza dell’ex sindaco Antonio Decaro e dell’attuale primo cittadino Vito Leccese. Sarà a tutti gli effetti il confronto determinante all’avvio di una vera trattativa di vendita visto che finora non c’è mai stato qualcosa di realmente concreto.

Non è da escludere che Al-Sahab possa contemplare un iniziale ingresso in quota di minoranza, ma si tratta di un aspetto prematuro per lo stato dei fatti. Le potenzialità finanziarie dei soggetti interessati restano il presupposto più incoraggiante. Nonostante pare che la Filmauro abbia ignorato la richiesta di sottoscrizione di un patto di riservatezza. Schermaglie? Segnali di chiusura? Entro massimo un mese, in ogni caso, si capirà se il Bari possa davvero programmare un passaggio di proprietà che, secondo le disposizioni federali, sarebbe comunque indispensabile in caso di promozione in serie A o comunque non oltre il 30 giugno 2028, data in cui l’istituto della multiproprietà dovrà essere dimesso definitivamente. A meno di clamorosi retrofront.

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