Serie A
Corvino, il Lecce e le magie di mercato
«Sostenibilità e risultati sportivi: il campo dirà se ci siamo riusciti»
LECCE - Fa il punto a fine campagna acquisti-cessioni, il responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino: «Per il Lecce, quello partito da poco è il terzo campionato consecutivo in A e quella appena conclusa è solo la quinta sessione di mercato che portiamo a termine da quando siamo tornati in massima serie. Molte delle nostre rivali lo fanno da tanto tempo o magari hanno già a disposizione organici da A. Conoscendo la smisurata passione con la quale ci seguono i tifosi, per noi è stato un grande impegno perché avvertiamo il peso della responsabilità nei loro confronti e perché siamo motivati a difendere ciò che abbiamo costruito in questi anni. Insomma, abbiamo sostenuto uno sforzo notevole, sia come area tecnica che come società. Ma è complicatissimo coniugare la sostenibilità economica con i risultati sportivi. A tutto ciò si sta aggiungendo anche il sacrificio che il club sta effettuando per dotarsi di un centro sportivo di proprietà. Al presidente ho anche rammentato che avevamo ipotizzato di fare nascere una radio nostra attraverso la quale sia il Lecce a parlare alla gente».
Corvino pone l’accento sulle operazioni concluse: «I movimenti in entrata sono stati 12, che sommati alle cessioni diventano 29 (ieri è stato ufficializzato il passaggio di Mats Lemmens al K.S.C. Lokeren, ndc). È come se ne avessimo fatto uno ogni due giorni e ciascuna trattativa è lunga e complessa. Non è semplice fare mercato con la costante aspirazione di migliorare. Sarà il campionato a chiarire se ci siamo riusciti. La cosa certa è che abbiamo lavorato tantissimo pur di farcela. Sono stati confermati 8 titolari del 2023/2024 ed abbiamo aggiunto 12 calciatori».
Il responsabile dell’area tecnica del sodalizio salentino spiega alcune situazioni: «Per portare Rebic a Lecce, com’era già accaduto in precedenza con Umtiti, bisogna avere conoscenze importanti. Circa le cessioni, non è stata perfezionata quella di Daka, che ha rifiutato le destinazioni propostegli. Potrebbe fungere da fuori quota in Primavera. Sansone, che era in uscita, ha avuto problemi fisici e quindi non poteva accasarsi altrove. Spero possa darci una mano come nel 2023/2024. Inoltre, mister Gotti ha valutato positivamente Helgason, che ha sempre avuto la fiducia dell’area tecnica. Lui, invece, avrebbe voluto andare in un’altra formazione, ma in queste cose occorre che coincida la volontà di tutte le parti».
L’uomo mercato del Lecce si sofferma sugli ultimi colpi: «Quando ho chiamato Rebic per la prima volta, gli ho rammentato che quando l’ho ceduto dalla Fiorentina all’Eintracht Francoforte gli ho permesso di guadagnare tanti solti e che ora mi aspettavo che venisse a Lecce per molti meno soldi. Tre anni fa ha vinto lo scudetto col Milan segnando tanto da vice-Giroud. Quando ha compreso che anche la nostra è una grande piazza, ha accettato di fare parte del progetto, alle condizioni che può praticare il nostro club. Bonifazi aveva lavorato con Gotti, facendo bene. L’ho proposto al mister, che mi ha chiesto come stesse fisicamente. Noi avevamo già acquisito la documentazione che dimostra che ha recuperato del tutto. Lo abbiamo prelevato dal Bologna in prestito con diritto di riscatto a 500mila euro e una percentuale sulla futura rivendita. Il ragazzo, dimostrando quando ci tenesse, si è sacrificato perché percepirà i minimi federali ed un bonus importante ad ogni presenza. Hasa era in scadenza con la Juventus al 30 giugno 2025 e non intendeva rinnovare con i bianconeri. Abbiamo proposto alla società piemontese di darci il giocatore a titolo gratuito, a fronte di una percentuale del 30% sulla futura rivendita. La nostra richiesta è stata accolta».
Quattro acquisti arrivano dalla Francia: «Un “mercante” deve sapere comprare. Il calcio transalpino non ha ancora venduto i diritti televisivi e così i club stanno attraversato un periodo delicato. Ho detto a Gotti di fidarsi di me, che poteva utilizzare immediatamente Guilbert da titolare. Non mi pare che abbia fatto male (con il Cagliari è stato tra i migliori, ndc.)».
Il portiere Christian Fruchtl è un lusso come riserva: «Un manager deve intravedere potenziali criticità, come ad esempio un’offerta monstre che sarebbe potuta arrivare per un proprio tesserato come Wladimiro Falcone. Inoltre, volevamo avere anche un altro estremo difensore di valore».
Sulla cessione di Valentin Gendrey racconta: «Alle spalle dell’Hoffenheim c’è uno degli uomini più ricchi d’Europa ed ero convinto che alla lunga avrebbe soddisfatto la richiesta da noi avanzata per perfezionare l’operazione. Prima del match con l’Inter ho avvertito Gotti che intendevo parlare con il ragazzo al quale ho detto: “Oggi probabilmente disputerai l’ultima partita con il Lecce, ma dipenderà da come onorerai la maglia”».
Sul monte ingaggi, anche in questa stagione molto basso per la serie A rimarca: «Dovremmo essere intorno ai sedici milioni di euro lordi. Piuttosto, mi pare assurdo e mi rattrista che qualcuno polemizzi sulle plusvalenze, che costituiscono un dato estremamente positivo. Ne ho realizzate ovunque abbia lavorato. Nessuno qui si mette in tasca dei soldi. La proprietà ha un solo obiettivo, quello di tenere il club in salute per garantirne la continuità. Quando sono tornato, il patrimonio del Lecce era di 1,6 milioni. Il resto era “debito”, inteso come ingaggi da pagare a calciatori che non avevano mercato. Se pensiamo a ciò che ora siamo mi pare che di strada ne abbiamo percorsa tanta. Quando avremo anche il centro sportivo di proprietà il valore della società crescerà ancora».