Calcio

Bari-Ternana, una notte da brividi per difendere la serie B

Fabrizio Nitti

Oggi è la prima di due serate durante le quali è necessario stringersi attorno alla squadra. E sperare in un lieto fine

BARI - Gli ultimi 180’ di una stagione, comunque vada, da dimenticare. O indimenticabile, dipende dai punti di vista. È il momento più delicato e importante del Bari dei De Laurentiis e, forse, della storia del club biancorosso. La doppia sfida playout contro la Ternana rappresenta un bivio, un incrocio pericoloso da affrontare con decisione e calma, cattiveria e intelligenza. Dettagli troppe volte venuti meno nell’arco di questa stagione, ma che questa sera e giovedì prossimo nel match di ritorno in Umbria, dovranno essere in prima linea. È come camminare sul ciglio del burrone o sul filo del rasoio, fate un po’ voi: di qua la salvezza, di là... meglio non pensarci. È inutile discutere dei danni gravissimi che una retrocessione in C causerebbe ad una città che sta emergendo nel panorama nazionale e che nel calcio e con il Bari in particolare, si identifica. Andiamo oltre.

Non c’è alternativa, il Bari nella sua completezza (squadra, direttore sportivo, società) ha scelto di non averne, si è messo nelle condizioni di non averne, puntellando la stagione con mille errori. In campo e di gestione. La direzione è obbligatoria, bisogna tagliare il traguardo (di riserva, molto di riserva) salvezza ad ogni costo e costi quel che costi. Non tanto per dare un senso a questo campionato che, direbbe Vasco Rossi, un senso non ce l’ha. Quanto per non infliggere un colpo mortale a una piazza che si è sentita tradita da promesse non mantenute, atteggiamenti discutibili e vicende al limite del paradossale. Ma che, anche oggi, ancora una volta e ancora di più questa sera, è pronta letteralmente a scendere in campo e trascinare dall’altra parte del terreno di gioco le maglie biancorosse. Perché qui, a Bari, i tifosi non tradiscono mai. Bari e i baresi sanno perfettamente cosa fare, sia quando all’orizzonte c’è la A, sia quando il rischio è di precipitare. Qui nessuno fugge, ciò che conta è la maglia biancorossa, un pezzo di storia del calcio italiano, una combinazione di colori unica, dispensatrice di emozioni e passione. Chi è barese è consapevole di quanto espresso. Il calcio è un «animale» strano, un pianeta che vive di mille forme, pronto a esaltare o a deprimere. L’anno scorso, di questi tempi, Bari era una città impazzita in vista dei playoff. Oggi Bari è una città in preda alle paure più becere, ma che vuole allontanare con forza l’incubo in cui si è ritrovata a vivere.

Del resto se ne discuterà dopo. Delle responsabilità e delle mancanze che hanno quest’anno torturato il popolo barese, delle incertezze, dei quattro allenatori, delle falle nell’approcciarsi alla gente biancorossa se ne parlerà dopo, se vorranno e sapranno farlo. No, non è oggi il giorno della resa dei conti. Oggi è la prima di due serate durante le quali è necessario stringersi attorno alla squadra. E sperare in un lieto fine. Il Bari è il Bari e va oltre ogni cosa...

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