Dopo il pareggio contro il Benevento

La classifica sorride al Bari: una frenata senza danni

Davide Lattanzi

Mignani aspetta i gol «diversi», solo cinque biancorossi a segno

BARI - Un punto per essere nella «tendenza» della serie B. Il Bari si risveglia dalla trasferta di Benevento apprezzando un pareggio che lascia i biancorossi al quarto posto in classifica (in attesa del posticipo tra Reggina e Genoa), in un turno quasi «neutralizzato» dai cinque pari nelle nove gare disputate. Eccetto la fuga in vetta del Frosinone, poco cambia in una cadetteria scandita dall’equilibrio. Soprattutto, Michele Mignani si tiene giustamente stretto il risultato positivo nella giornata forse più sofferta in questo avvio di torneo. Perché non si può negare che i biancorossi al «Vigorito» abbiano patito più di una difficoltà. E’ mancata brillantezza, la manovra è stata molto più ingessata, sul piano fisico i sanniti sovente hanno prevalso nei duelli. Nemmeno la superiorità numerica negli ultimi dieci minuti ha sbloccato i Galletti che, invece, hanno addirittura rischiato di capitolare ancora. Presto per allarmarsi, in fondo la prestazione precedente contro la Ternana era stata di tutt’altro tenore. Eppure, i numeri non vanno sottovalutati.

Quattro giornate a digiuno di successi in campionato. Cinque match senza vincere se si conta pure l’intermezzo in Coppa Italia. Due punti raccolti negli ultimi 360’. Nell’era De Laurentiis un’astinenza così prolungata dalla gioia più dolce si è verificata soltanto nella C 2020-21: a marzo i Galletti (all’epoca guidati da Carrera) persero con Potenza e Ternana, pareggiarono in casa con la Casertana, caddero ancora a Catanzaro. In serie B, invece, due periodi del genere si registrarono nel torneo pre fallimentare, con Fabio Grosso: cinque giornate senza vincere tra fine andata e inizio del ritorno, quindi una striscia di quattro pareggi di fila ad aprile. Ricordi che sembrano quasi anacronistici in un contesto che regalava spettacolo fino a qualche settimana fa e nella piazza più «popolata» della B.

Eppure, i numeri raccontano che la truppa di Mignani è caduta con Ascoli e Frosinone, per poi impattare con Ternana e Benevento. Un rallentamento improvviso, proprio dopo un poker di affermazioni. Segno che, comunque, qualche meccanismo si è inceppato.

Finalmente è stato interrotto il digiuno da gol. Cheddira aveva segnato a Venezia su rigore all’83’ nella trasferta di Venezia e ancora l’italo-marocchino su penalty ha realizzato a Benevento dopo 444’ all’asciutto. Sul piano psicologico, essersi sbloccati può essere una bella spinta per i biancorossi. Che, però, non segnano su azione da addirittura 494’: l’ultimo è stato Antenucci all’alba della ripresa della gara in Veneto, peraltro al termine di una manovra da manuale. Permane il problema dei pochissimi elementi andati in gol. In tale graduatoria, il Bari è addirittura ultimo (con Perugia e Cittadella) con appena cinque elementi iscritti nella classifica marcatori. Un paradosso per il secondo attacco del campionato, con 19 reti totali (solo Reggina e Pisa meglio con 20), spiegato dalla presenza di Cheddira re dei bomber della B con nove sigilli, di Antenucci vicecapocannoniere della cadetteria con cinque centri (insieme a Coda e Gliozzi), nonché di Folorunsho che con tre gol è secondo soltanto al reggino Fabbian tra i centrocampisti più prolifici. Urgono le alternative dagli altri reparti, ma soprattutto dalle altre punte in organico. Il reparto avanzato era stato costruito con straordinaria abbondanza proprio per avere alternative in ogni circostanza. Ma dalle alternative al tandem titolare stanno giungendo pochi segnali.

Ai problemi offensivi fa da contraltare una crescente solidità difensiva. In trasferta, i pugliesi hanno subito soltanto sei gol: solo Genoa (quattro) e Ascoli (cinque) hanno fatto meglio, ma entrambe contano un match fuori casa in meno. A differenza di quanto avvenuto al San Nicola, Caprile nelle gare esterne non ha mai incassato più di una rete nei singoli 90’. Il pacchetto arretrato sta trovando sicurezza soprattutto nell’affiatamento crescente tra capitan Di Cesare e Vicari. Il carisma e l’esperienza della navigata coppia centrale è bilanciato dall’apporto dei terzini, tra i quali si va consolidando Dorval: il giovane francese proveniente dalla serie D sta dimostrando gradualmente di potersi ritagliare uno spazio anche in un campionato difficile come quello di B.

Chi, invece, vince sempre è un pubblico incredibile. La coreografia con le bandierine biancorosse sventolate dai quasi 1.500 tifosi baresi giunti al Vigorito è un’altra cartolina che si aggiunge al fornitissimo album composto dai supporter dei Galletti. In attesa di conoscere quale risposta ci sarà sul match di sabato contro il Sudtirol, non soltanto sono inattaccabili i dati sull’affluenza interna, ma fanno impressione anche quelli sulle presenze in trasferta. Soltanto in due occasioni, infatti, la tifoseria biancorossa è scesa sotto le mille unità nei sette viaggi fin qui affrontati. Nel dettaglio, i supporter dei Galletti sono stati 1.128 a Parma, 637 a Perugia, 1.160 a Cosenza, 302 a Cagliari, 1.585 a Venezia, 1.023 a Frosinone, 1.399 a Benevento. Ai numeri del campionato, si aggiungono quelli altrettanto clamorosi della Coppa Italia: 1.110 presenze a Salerno al primo turno che si è giocato all’Arechi a causa dell’indisponibilità del San Nicola, 400 a Verona, 910 a Parma.

Il patrimonio di seguito e passione, insomma, resta intatto. Ma la truppa di Michele Mignani ora dovrà alzare il passo per non disperdere il più prezioso dei tesori.

Privacy Policy Cookie Policy