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Lecce, Falco e quegli inizi da terzino: «Attaccavo guardando Messi»

Antonio Calò

Si racconta il fantasista del club leccese, amatissimo dai tifosi giallorossi

LECCE - Si racconta in diretta Instagram, Filippo Falco, fantasista del Lecce, amatissimo dai tifosi giallorossi. Il trequartista di Pulsano loda la forza del gruppo a disposizione di Fabio Liverani. «Per centrare traguardi ambiziosi, la coesione dello spogliatoio è fondamentale tanto quanto disporre di calciatori all’altezza. Questo è stato uno dei nostri segreti nella scalata dalla B alla A ed è una delle armi sulle quali stiamo facendo leva anche in massima serie», sottolinea.
Da bambino, nella scuola calcio, a Pulsano, mister Giuseppe Novellino lo utilizzava inizialmente da terzino: «Ma mi spingevo in attacco. Così mi spostò a centrocampo, ma io volevo arrivare verso la porta avversaria ed avanzavo. In seguito, nelle giovanili del Bari, sono stato schierato nel ruolo di trequartista, che è quello che prediligo».

Il suo idolo è Leo Messi e, non a caso, è soprannominato la “Pulce di Pulsano”. «L’accostamento mi onora, ma lui è un extraterrestre, il migliore calciatore al mondo. Ho sempre ammirato i giocatori fantasiosi, dotati di grandi colpi, come Del Piero o Totti. Ho studiato e ristudiato in video le punizioni battute da Miccoli, che è stato un grande specialista dei calci piazzati. Mi sono allenato con lui per 5-6 giorni ed abbiamo palleggiato insieme, quando è stato ingaggiato dal Lecce, nell’estate 2013, ma poi io sono stato ceduto».
Tra i difensori con i quali ha fatto i conti in questa stagione, lo ha impressionato particolarmente Kalidou Koulibably, del Napoli: «L’ho affrontato nel match di andata, al Via del Mare. E’ gigantesco ed ha grande forza, ma ha anche una velocità incredibile, considerata la sua stazza, e tanta qualità tecnica».

Circa il compagno di squadra più forte con il quale ha militato, indica il nome di un fantasista, brevilineo come lui, mancino come lui. «È Ciccio Brienza - dice - Abbiamo giocato insieme nel Bologna. In allenamento, studiavo nei minimi dettagli tutti i suoi movimenti».
Falco esulta mostrando con le dita la lettera L e sogna la convocazione in nazionale: «La mia fidanzata si chiama Liviana. Quando segno dedico a lei il gol. Chi gioca a calcio, sin da bambino, ambisce ad arrivare in A e magari in maglia azzurra. Fare bene con il Lecce, contribuendo al raggiungimento della salvezza, potrebbe aiutarmi a meritare la chiamata del commissario tecnico Mancini. Sarebbe una grandissima soddisfazione».

Il suo apporto è stato prezioso per la promozione dalla B alla A e lo è anche in massima serie. «La gara più importante che ho disputato con il team salentino è stata quella interna con il Brescia, della passata annata. Sapevamo che, vincendola, avremmo compiuto un passo presumibilmente decisivo e così è stato».

Ricorda con emozione l’esordio con la formazione maggiore del Lecce: «Avevo 17 anni e, terminato l’allenamento svolto a Villa Convento con la mia compagine, il responsabile del settore giovanile giallorosso mi comunicò la convocazione in prima squadra, per la partita di Coppa Italia con l’Udinese, in trasferta. Pensavo fosse uno scherzo. Invece era vero. Feci in tutta fretta il bagaglio e raggiunsi l’aeroporto di Brindisi, da dov’era prevista la partenza. Contro i friulani, poi, mister De Canio mi fece anche entrare nella ripresa. Di fronte c’erano calciatori del calibro di Denis, Sanchez, Cuadrado».
Nel torneo di massima serie attualmente sospeso, Falco ha firmato tre reti, tutte di pregevole fattura, contro Sassuolo, Genoa e Torino. «La più spettacolare è stata quella realizzata contro il Toro», chiosa.

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