SOS ALLA MINISTRA TERESA BELLANOVA
Scorte di vino trasformate in alcol contro il Coronavirus
Dalla vigna agli ospedali, la strada potrebbe diventare breve. Eppure, anche oggi, al supermercato non ho trovato l’alcol
Dalla vigna agli ospedali, la strada potrebbe diventare breve. Eppure, anche oggi, al supermercato non ho trovato l’alcol. Eppure, contro il coronavirus ci raccomandano di disinfettare pure la spesa, ma come farlo? Nel mondo del carrello pieno di scorte, è l’occasione giusta per ricordare che pure nelle cantine ci sono silos di vino in giacenza che potrebbe diventare alcol per igienizzanti. L’idea corre veloce, fra i primi a lanciarla c’è stato un imprenditore vitivinicolo pugliese. Era il 20 di febbraio e “qualcuno – ci dice Doni Coppi da Turi – si è persino scandalizzato. Ma fare impresa significa guardare prima la realtà, quella complessiva in cui l’intero sistema Italia va vivendo, e poi la propria azienda inserita in quel contesto”. Ho difficoltà a capire come mai un marchio come quello di Giorgio Armani non ha avuto difficoltà a convertire la sua produzione italiana da alta moda a tute di protezione per il personale sanitario. “Sono costretto a precisare, come sto facendo da due settimane – sottolinea Doni Coppi – che la mia azienda non ha vino da destinare alla produzione di alcol. Le idee, in tempi di crisi, sono un patrimonio da condividere, per questo ho lanciato questa proposta giorni fa”.
In un mondo di cittadini sempre di corsa, forse, in pochi ricordavano che l’alcol per l’igiene proviene dalle nostre vigne. Comunque, smettere di importarlo fra mille ostacoli per gli ostacoli nei trasporti - dando ossigeno e reddito alle nostre cantine - è diventato una proposta concreta. La hanno presentata il 26 marzo Alleanza Cooperative e Assodistill a Teresa Bellanova ministro delle Politiche Agricole e Alimentari. È passata un’altra settimana e, questo prodotto essenziale per la nostra igiene e sicurezza continua a mancare.
La gara, a chi va più veloce, è fra una politica di assistenzialismo (necessaria per chi già non può fare la spesa) ed una politica di stimolo economico (per chi non potrà più fare la spesa). In questo caso, senza donare o dare soldi a pioggia, per le aziende vinicole in difficoltà sarebbe uno spiraglio di luce. Per il mercato vorrebbe dire consentire di immettere 22 milioni di litri di alcol per produrre igienizzanti per le strutture sanitarie e per tutta la collettività.
“La volontà del sistema cooperativo è di poter dimostrare tutta la propria solidarietà al settore sanitario e all’intera collettività”, spiega Giorgio Mercuri presidente di Alleanza cooperative agroalimentari. “Come risulta dagli ultimi dati del Ministero delle politiche agricole, nelle cantine dei produttori, da nord a sud dell’Italia, vi sono giacenze di vino da tavola e a denominazione”. Come si può fare? Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil spiega che “si tratta di dare il via libera ad una distillazione in via temporanea per due mesi, aprile e maggio, di circa 2 milioni di ettolitri, per una produzione di circa 22 milioni di litri di alcol. Come stabilito all’art. 216 del regolamento 1308/2008, i produttori di vino per questa operazione dovrebbero ottenere un contributo da parte dello Stato, nella logica di evitare conseguenti distorsioni nei mercati di riferimento e contenere il prezzo di vendita degli igienizzanti ai consumatori finali”. A questo punto, aspettiamo la risposta della ministra Bellanova.