criminalità
Scu a San Pietro Vernotico, pene pesanti in aula bunker al clan capeggiato da Cristian Tarantino
Il boss riusciva a impartire ordini dal carcere. Circa 150 anni di reclusione complessivi per 17 imputati. A Tarantino, 37 anni, ritenuto figura di vertice del gruppo, inflitti 20 anni
Circa 150 anni di reclusione complessivi per 17 imputati: è il verdetto pronunciato dal gup Angelo Zizzari nell’aula bunker del carcere di Lecce al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Le pene più alte, 20 anni ciascuno, sono state inflitte a Cristian Tarantino, 37 anni, ritenuto figura di vertice del gruppo e già detenuto in regime di 41 bis, e al suo braccio destro Omar De Simone, 30 anni. Seguono Gianpiero Alula, 47 anni, condannato a 14 anni e 4 mesi; Antonio De Michele, 27, a 8 anni e 4 mesi; Federico D’Agostino, 36, a 10 anni; Carmine Antonio Fellini, 22, a 12 anni e 4 mesi; Alessandro Giannone, 35, a 6 anni e 8 mesi; Gianpaolo Gravina, 34, a 7 anni e 6 mesi; Alessandra Greco, 44, a 5 anni; Anes Makovic a 4 anni e 2 mesi; Alessia Sabrina Marangio, 42, a 5 anni; Alessandro Monteforte, 51, a 6 anni e 8 mesi; Daniele Poso, 39, a 6 anni; Daniel Tafuro, 37, a 4 anni e 6 mesi; Antonio Tarantini, 56, a 4 anni e 8 mesi; Debora Valzano, 38, a 10 anni; e infine Danilo Versienti, 45, a 4 anni e 8 mesi. Il procedimento nasce da un’inchiesta dei carabinieri, coordinata dalla Dda di Lecce, che ha smantellato la frangia tuturanese della Scu.
L’operazione ha documentato un clima di terrore a San Pietro Vernotico: spari contro un esercizio commerciale, un tentativo di collocare un ordigno presso un bar, pestaggi, estorsioni e un traffico di droga gestito con metodi mafiosi. Secondo gli inquirenti, Tarantino impartiva ordini anche dal carcere sfruttando telefoni cellulari, contatti esterni e social, tanto da essere sottoposto al regime di massima sicurezza. Sono state individuate sei persone offese, ma nessuna si è costituita parte civile. Una di esse, all’inizio del processo aveva ricevuto minacce dirette ai familiari, circostanza che ha pesato sul clima di paura attorno al dibattimento.
Diverso l’atteggiamento del Comune di San Pietro Vernotico, rappresentato dall’avvocato Guido Massari, che si è costituito parte civile limitatamente alle accuse di associazione mafiosa a carico di sette imputati. L’amministrazione ha chiesto il riconoscimento del danno d’immagine subito dalla comunità. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Ladislao Massari, Francesco Cascione, Mariangela Calò, Gianvito Lillo, Giancarlo Raco, Raffaele Benfatto, Elvia Belmonte, Antonio Savoia, Federico Mazzarella De Pascalis, Salvatore Rollo e Pietro Paolo De Padova. Nei prossimi 90 giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza, poi le difese potranno proporre appello. La sentenza rappresenta un passaggio cruciale nella lotta alla criminalità organizzata nel Brindisino. Secondo la Dda, il clan Tarantino aveva imposto la propria egemonia sul territorio con metodi violenti e intimidatori, sfruttando la pax mafiosa tra sodalizi per gestire il narcotraffico tra Brindisi e Lecce e mantenendo il controllo anche dall’interno delle carceri.