Il caso
Oria, violenze in famiglia: ventunenne in cella
Il giovane nega le accuse di estorsione e tentato omicidio
Dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia, tentata estorsione e tentato omicidio della madre. Un 21enne del posto è stato arrestato e trasferito nel carcere di Brindisi dai carabinieri di Oria, che hanno condotto l’attività d’indagine coordinati dal pm Giovanni Marino.
I fatti sarebbero stati accertati dai militari dopo la denuncia della madre del giovane oritano, preoccupata anche per le condizioni psicologiche del figlio. Il ragazzo è stato arrestato l’8 settembre e, comparso davanti al gip Nicola Lariccia per l’interrogatorio di garanzia, assistito dall’avvocato Raffaele Pesce, ha però negato le accuse relative ai reati di tentato omicidio e di tentata estorsione.
La donna avrebbe sopportato a lungo le violenze e alla fine ha avuto il coraggio di denunciare quel figlio che le avrebbe fatto anche del male, come ha raccontato ai carabinieri, stringendole le mani alla gola. Fortunatamente, era riuscita a divincolarsi.
La donna ha raccontato delle furiose litigate col figlio negli anni, di mobili rotti, continue richieste di soldi e furti in casa. Ogni volta provava a chiudere un occhio nella speranza che il figlio potesse cambiare, comprendere il male che faceva a sé stesso e alla famiglia. Alcuni furti li avrebbe commessi quando era minorenne. Probabilmente la donna ha temuto che un giorno sarebbe potuto accadere qualcosa di davvero grave. E, allora, ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri con voce ferma e le lacrime agli occhi. Così, oggi, il giovane è nel carcere di Brindisi, lontano anche da altre situazioni rischiose, come quella del luglio scorso. Il 21enne sarebbe stato vittima di un sequestro di persona: secondo la ricostruzione dei carabinieri, per essersi rifiutato di introdurre i cellulari in alcune carceri italiane con un drone, sarebbe stato rapito da un 32enne brindisino.