la proposta

Piano costiero di Ostuni, «ci sono gravi criticità»: il «Forum» accende un faro sulle nuove concessioni

fabiana agnello

«I servizi essenziali vengano realizzati dal Comune su aree pubbliche o private fuori dalla fascia demaniale»

«Monticelli-Quarto di Monte a rischio idrogeologico; Pilone e Cala, in area Sic e nel Parco delle Dune Costiere; Diana Marina, a ridosso della zona archeologica di Petrolla; Mangiamuso-Camerini, dove si concede l’intero fronte mare in una zona appena rinaturalizzata con fondi pubblici; Mogale e Gorgognolo, aree frequentate dalla cittadinanza e servite da parcheggi pubblici gratuiti; Torre Pozzella, dove una concessione sulla scogliera mal si concilia con la necessità di una maggiore tutela ambientale, riconosciuta anche dall’amministrazione comunale. Sono le gravi criticità presenti su alcune aree individuate per nuove concessioni».

Questi i rilievi posti dalla giunta esecutiva del «Forum della Società civile di Ostuni», presieduta da Teresa Lococciolo, all’indomani dell’incontro pubblico in cui il sindaco Angelo Pomes, insieme ai tecnici e ai consulenti ingaggiati per le analisi idrogeomorfologiche, ha presentato la bozza del nuovo Piano comunale delle coste. Bozza che ha raccolto 21 osservazioni, tra le quali quelle di soggetti interessati a concessioni come la Merletto srl, società del gruppo immobiliare Omnam Italy, controllata italiana della società immobiliare londinese Omnam, che ha acquistato 133mila metri cubi in contrada Mogale per lo sviluppo di un resort 5 stelle lusso; i fratelli Gallo, gestori di Lido Morelli, El Cohiba e Onda Blu; Gabriele Menotti Lippolis, gestore del White Ostuni Beach Club; Oronzo Francioso di Paragrafo 25; Antonio Calamo de La dolce vita beach club e del residence Santa Lucia. Nonché referenti dei villaggi Monticelli, Liberty e Torre San Leonardo.

«Nel merito, accogliamo con favore la riduzione delle aree demaniali concedibili, ma contesta la scelta politica di ampliare il numero delle concessioni di spiagge libere con servizi», aggiunge il Forum, sollevando «diverse criticità nel merito del Piano, che rischiano di compromettere la tutela del patrimonio costiero di Ostuni. In particolare, le modifiche apportate alla bozza, rispetto alla versione adottata nel 2023, sono in gran parte il frutto di approfondimenti tecnici non ancora resi pubblici e che non derivano principalmente dalle osservazioni raccolte durante la fase di consultazione. Le aree demaniali costiere precedentemente escludibili sono ora incluse tra quelle concedibili, senza che sia stato avviato un adeguato processo di valutazione pubblica». Infatti, alcune delle aree individuate per le concessioni, come emerge dal Quadro generale della zonizzazione demaniale marittima, dovranno necessariamente passare per l’autorizzazione dell’Autorità di bacino, essendo alcune stimate dal Piano di Bacino come «aree ad alta pericolosità idraulica» (ossia con pericolo di inondazioni e allagamenti), «pericolosità geomorfologica elevata» e «pericolosità geomorfologica molto elevata» (frane). «Il tratto costiero ostunese, infatti, è stretto e fragile e merita una tutela integrale. La priorità dovrebbe essere la conservazione del patrimonio naturalistico, storico e archeologico, non il suo sfruttamento», prosegue la giunta del Forum. «In quest’ottica, proponiamo che i servizi essenziali (bagni, docce, accessi per persone con disabilità) vengano realizzati dal Comune su aree pubbliche o private contigue, fuori dalla fascia demaniale. Tale intervento dovrebbe inserirsi in una pianificazione integrata che, oltre al Piano delle coste, includa anche la variante di adeguamento del Piano regolatore generale al Piano paesaggistico territoriale regionale, che risulta al momento inspiegabilmente ferma».

Poi il Forum conclude: «La pianificazione deve prioritariamente mirare alla tutela ambientale e storica, evitando ogni ulteriore consumo di suolo e garantendo l’accesso libero e pubblico alle risorse naturali. La nuova bozza del Piano, inoltre, è profondamente diversa da quella adottata nel 2023, introducendo modifiche sostanziali, molte delle quali derivano da approfondimenti tecnici ancora non noti. A tale riguardo, si chiede che venga avviata una nuova fase di consultazione pubblica».

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