Il caso
Colpo alla Sacra Corona Unita: fermati 4 storici esponenti della frangia dei «tuturanesi», fra Brindisi e Napoli I NOMI - VIDEO
Operazione della polizia, l'inchiesta è condotta dalla Dda di Lecce. Sono sospettati di associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata e altri reati connessi all’appartenenza all’organizzazione criminale
Un’operazione congiunta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, della Squadra Mobile di Brindisi e della SISCO di Lecce ha portato, nelle prime ore di oggi, all’esecuzione di un decreto di fermo nei confronti di quattro storici esponenti della Sacra Corona Unita, due dei quali ritenuti ai vertici della frangia “tuturanese” del clan. Si tratta del 66enne Salvatore Buccarella, nome storico della Sacra Corona Unita (riconosciuto a capo della frangia dei 'tuturanesi'), Vincenzo Schiavone di 47 anni, Umberto Attanasi di 59 ed il 37enne Pasquale Attanasi, questi ultimi due padre e figlio.
Gli indagati sono gravemente sospettati di associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata e altri reati connessi all’appartenenza all’organizzazione criminale. In particolare, avrebbero imposto a un imprenditore agricolo di Tuturano il pagamento di 3.000 euro più un “pizzo” mensile di 150 euro per garantire la cosiddetta guardiania e poter continuare a coltivare una piantagione di noci nell’area controllata dal clan.
Secondo quanto emerso dalle intercettazioni, nelle ultime settimane i vertici storici della frangia tuturanese – recentemente ammessi al regime di semilibertà – stavano tentando di riaffermare il proprio potere, organizzando incontri e summit con i fedelissimi. In quelle riunioni si discuteva non solo delle attività estorsive già avviate, ma anche di possibili azioni punitive contro un esponente della cosiddetta “nuova generazione” della SCU, accusato di non aver sostenuto economicamente i capi durante la detenzione e di aver tentato di assumere un ruolo di leadership.
Tra le contestazioni, anche il presunto coinvolgimento di questo giovane referente nell’incendio al Domus Café di Tuturano, avvenuto lo scorso 8 gennaio. Il rischio concreto, accertato dagli investigatori, era quello di un’escalation di violenza: nel corso di un recente incontro, infatti, gli indagati avrebbero esplicitamente minacciato di intraprendere una “guerra” per ristabilire l’egemonia dello storico clan, arrivando a ventilare persino azioni omicidiarie.
Il provvedimento precautelare si è reso necessario per scongiurare il pericolo di fuga e soprattutto per impedire che le minacce si trasformassero in fatti di sangue. Due dei fermati, già condannati in passato per omicidio, sono ritenuti estremamente pericolosi.
L’operazione, che ha visto impegnati oltre 50 uomini tra Brindisi, Tuturano e Napoli, rappresenta un duro colpo al tentativo di ricompattare la frangia storica della Sacra Corona Unita. Le indagini, coordinate dalla DDA di Lecce, proseguono per ricostruire la rete di interessi e i nuovi equilibri interni all’organizzazione mafiosa.