Il caso

Rinvio chiusura centrale Enel a Brindisi: scontro Forza Italia - Pd

Rosato (Azione): «Tornare a produrre». FI: «No, solo se serve»

Polemiche a distanza a suon di comunicati tra Pd e Forza Italia, anche nel Consiglio regionale pugliese, su quelle che saranno le scelte del governo sul futuro delle centrali Enel a carbone di Brindisi e Civitavecchia, la cui chiusura era prevista per il 31 dicembre 2025. Termine destinato ad allungarsi. «Il candidato del centrodestra alle regionali pugliesi Mauro D’Attis - attacca il consigliere regionale dem, eletto nella circoscrizione di Brindisi, Maurizio Bruno - ha firmato in Parlamento un ordine del giorno per spostare la fine dell’uso del carbone in Italia dal 2025 al 2038. E come vuole 'salvare l’Italià lui? Sacrificando i brindisini, i suoi stessi cittadini. Lasciando che la centrale di Brindisi continui a inquinare col carbone per altri 13 anni. Se tutela così gli interessi dei brindisini, figurarsi quelli dei pugliesi». A stretto giro la replica dei consiglieri regionali di Forza Italia, partito di cui D’Attis è segretario regionale.
«Fare politica significa avere grandi obiettivi e costruire le condizioni per raggiungerli. Si tratta di un processo che, spesso, non 'acchiappà applausi immediati, ma determina grandi benefici a lungo termine e comprendiamo che il collega del Pd Maurizio Bruno - riferiscono da FI - non possa conoscere questo modus operandi, facendo parte di una maggioranza che non ha messo in campo azioni di ampio respiro né per il futuro né per il tempo presente». «Il nostro segretario regionale Mauro D’Attis - aggiungono - non ha certamente bisogno di difesa sul tema della decarbonizzazione. Bruno stia sereno: la centrale di Cerano non brucerà carbone e, al massimo, sarà tenuta solo in esercizio per ragioni di sicurezza energetica né tantomeno si costruirà il reattore nucleare». «Piuttosto - concludono - dove era quando il governo Pd, qualche anno fa, escludeva Brindisi dalla lista dei beneficiari del Just Transition Fund?». 

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