Città che cambia

L’ex base Usaf diventerà un campo fotovoltaico

Andrea Pezzuto

La Difesa offre 130 ettari, incluso lo scalo di San Pancrazio

L’ex base Usaf e l’ex aeroporto militare di San Pancrazio Salentino diventeranno campi fotovoltaici. Quasi 130 ettari di sedime militare sono stati messi a bando da Difesa Servizi, la società in house del ministero della Difesa che si occupa di gestire e valorizzare gli asset, per l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile.

I terreni nell’agro di San Pancrazio (88 ettari) si trovano a pochi chilometri a nord del paese. L’aeroporto militare fu costruito tra il 1943 e il 1945 dagli alleati anglo-americani, che vi collocarono la base dei loro bombardieri. Non è la prima volta che quei terreni vengono utilizzati per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Nel 2017, infatti, sono stati avviati test di sperimentazione per la produzione energetica mediante un prototipo mobile di generatore eolico d'alta quota sviluppato da una società italiana. Su quei terreni, che sono in consegna al Distaccamento aeroportuale di Brindisi (posto alle dipendenze del Servizio dei supporti del comando logistico), viene assicurato sostegno ai velivoli di passaggio appartenenti ai Paesi della Nato e il supporto logistico e amministrativo agli enti di Forza armata in terra di Brindisi.

L’ex base Usaf, invece, potrà ospitare pannelli fotovoltaici lungo 40 ettari. Fu costituita nel 1959 su un'area di 160 ettari, a seguito di un accordo tra lo Stato italiano e quello statunitense atto ad assicurare la difesa aerea, garantendo la sicurezza delle nazioni facenti parte della Nato. Ha rappresentato un importante network di spionaggio delle comunicazioni (Comint) intercorse sul territorio nazionale ed europeo, per poi assolvere la funzione di distaccamento posto alle dipendenze della base aerea di Aviano. Gli apparati di radio ascolto sono rimasti operativi fino all'ottobre del 1994, anche se a seguito della caduta del muro di Berlino la base fu dichiarata operativamente superflua e quindi disattivata, fatto salvo un temporaneo utilizzo durante la guerra nei Balcani. Il 23 luglio 2003 l'intero complesso infrastrutturale fu riconsegnato all'Italia al prezzo simbolico di 1 dollaro. Il 23 luglio 2006 il ministero della Difesa ha assunto in carico l'area, caratterizzata da un patrimonio stimato di circa 300 immobili. La base Usaf nel suo periodo di massima espressione operativa ha ospitato circa 5mila militari (con i familiari) e oltre 600 lavoratori civili. Il Governo ha donato il 20 per cento dell'intera area al Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, che dal 2000 gestisce nell'aeroporto di Brindisi la base di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite. Nel 2006 l’Unhrd ha iniziato a utilizzare l'installazione come polo addestrativo e di simulazione con compiti di formazione in favore dei funzionari logistici e per gli operatori di altre organizzazioni umanitarie. Negli ultimi anni è stata anche avviata la procedura per la retrocessione del bene all'Agenzia del Demanio. Nel 2021 ci furono interlocuzioni con Governo e Invimit per la conversione turistica dell’area, ma alla fine tutte le iniziative per il rilancio dell’area sono morte sul nascere. Da qui, la scelta di farne un campo fotovoltaico.

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