Il caso
Aeroporto di Brindisi, il Ministero assicura: «Non c’è alcun declassamento»
La Direzione per gli scali: «I vigili del fuoco? Solo razionalizzazione»
BRINDISI - La riduzione dei servizi e del personale antincendio, per via della riclassificazione delle categorie «Icao», non comporterà alcun declassamento per l’Aeroporto del Salento. La diminuzione dei vigili del fuoco è dovuta solo al sovradimensionamento stimato in base alle attuali norme, e quindi lo scalo brindisino passerà dalla categoria antincendio VIII alla VII classe, ma senza contraccolpi per lo sviluppo dell’infrastruttura.
Le rassicurazioni arrivano dalla Direzione generale per gli aeroporti, il trasporto aereo e i servizi satellitari del Ministero dei trasporti, con una nota inviata al presidente del consiglio comunale, dopo che il 25 marzo l’assemblea civica si espresse compatta contro il taglio di 12 unità dei vigili del fuoco in servizio nello scalo. Il direttore generale, Costantino Fiorillo, ha specificato i provvedimenti ministeriali: «La rideterminazione della categoria ICAO non determina in alcun modo ricadute negative sulle possibilità di sviluppo e di crescita dell’aeroporto di Brindisi, né sulla possibilità di ospitare voli internazionali con veicoli più grandi. Le categorie assegnate sono difatti esattamente quelle corrispondenti al traffico attuale e previsionale dell’aeroporto di Brindisi come degli altri aeroporti italiani, e garantiscono i moderni parametri di piena sicurezza antincendio, evitando l’impiego di personale dei vigili del fuoco superiore alle concrete esigenze derivanti dal traffico attuale dei singoli scali, riassorbendo le diseconomie che si registravano».
Le ultime modifiche hanno sostituito la vecchia normativa risalente al 2006, e in un ventennio sono cambiate le condizioni e le tecnologie: «In ragione dell’evoluzione di aerei, mezzi antincendio e infrastrutture aeroportuali, si era determinata una situazione per la quale, applicandosi il precedente Decreto, in molti aeroporti erano allocati Vigili del Fuoco oggettivamente eccessivi rispetto alle concrete, attuali necessità basate sui parametri ICAO». Sono state fatte verifiche tecniche puntuali - assicurano ancora da Roma - svolte da un tavolo appositamente costituito e composto da rappresentati dei ministeri interessati e dall’Enac, che ha proceduto ad una attenta valutazione del traffico aereo, in termini sia di tipologia di aeroplani interessati, sia di numero dei relativi movimenti schedulati e/o stimati, attraverso una ricognizione, per ciascuno scalo, dei dati di traffico: «Si è così giunti alla riclassificazione della categoria ICAO, per una serie di aeroporti e rideterminando, quindi, il correlato, reale fabbisogno in termini di risorse umane e strumentali per il servizio di salvataggio e antincendio, e per di più consente comunque la gestione di aeroplani di una categoria superiore, nel limite di 700 movimenti nel trimestre più critico dell’anno. Questa modalità, permette di avere flessibilità nella gestione di aeroplani di dimensioni più grandi di quelli che normalmente utilizzano lo scalo».
È risultato indispensabile, secondo Fiorillo, partire da un “punto zero” di riorganizzazione e razionalizzazione sul territorio degli organici dei vigili «proprio per poter consentire al servizio antincendio degli aeroporti di svilupparsi in linea con la crescita stimolata dal nuovo piano per gli scali italiani. D’altronde la dotazione è conseguenza e non pre-condizione del traffico aereo, che tale dotazione invece determina».