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Ora trema anche Brindisi: si cercano firme per mandare a casa il sindaco

ludovica anelli

Opposizione pronta a dimettersi. Pressing di FdI, ma la corsa al voto di giugno si ferma: nuovo confronto giovedì

BRINDISI - È crisi al Comune di Brindisi. Dopo l’incontro di ieri tra il presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Luigi Caroli, e il sindaco Pino Marchionna, finalizzato a discutere del rientro in giunta dell’ex vicesindaco Massimiliano Oggiano, le parti hanno deciso di investire i vertici nazionali dei partiti di centrodestra per superare l’impasse. FdI, infatti, non arretra rispetto alla richiesta di effettuare cambi in giunta e chiede un maggiore coinvolgimento, così come non cede di un centimetro il primo cittadino, che insiste sul «niet» a Oggiano.

Mentre Marchionna e Caroli si confrontavano sulle tante situazioni che hanno creato una divisione interna alla maggioranza, in città impazzavano voci di una raccolta firme «lampo» per far cadere l’amministrazione. Un’azione condotta sull’onda emotiva procurata dalla sfiducia verso il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Nei giorni scorsi 12 consiglieri di opposizione avevano comunicato di essere pronti a firmare una mozione di sfiducia. Per disarcionare il sindaco servirebbero però 17 firme. La 13esima si è pensato potesse essere quella dell’ex FdI, Roberto Quarta, che tra venerdì e sabato ha postato vari commenti sulla necessità di «andare a casa» e «staccare la spina» («Il Comune è diventato un bazar, meglio andare a casa», ha scritto). La 14esima, 15esima e 16esima firma si è vociferato potesse essere quella dei consiglieri di FdI Lucia Vantaggiato, Cesare Mevoli e Jacopo Sticchi, vicini a Oggiano. All’appello mancherebbe il 17esimo. Qualche abboccamento si sarebbe verificato verso i consiglieri della Lega. Ma ad arrestare l’operazione «lampo» sarebbero stati i vertici regionali e nazionali dei partiti di centrodestra. L’idea balenata nella testa di alcuni consiglieri di destra e sinistra era di portare 17 firme dal notaio entro domani, così da consentire alla città di tornare alle urne già in primavera. Oltre questa deadline, la caduta dell’amministrazione comporterebbe un periodo di commissariamento decisamente più lungo, perché si tornerebbe a votare in autunno o addirittura nel 2026.

Il confronto con i vertici nazionali è aggiornato a giovedì prossimo, così da consentire al sindaco di affrontare serenamente l’audizione - in programma martedì - davanti alla commissione sul progetto di candidatura a capitale italiana della cultura 2027. Una decisione, quella di congelare tutto fino a giovedì, che smonta qualsiasi velleità di sfiduciare il sindaco sia stata coltivata nelle scorse ore.

Il segretario provinciale della Casa dei moderati, Claudio Niccoli, pur confermando l’insoddisfazione per l’azione amministrativa, rifugge dalla possibilità di sfiduciare Marchionna. «Firmare la sfiducia rappresenterebbe un tradimento nei confronti degli elettori, se confezionata da consiglieri della maggioranza». Ciò, nonostante la poca considerazione riservata - fatti alla mano - ai Moderati, che hanno subito l’estromissione dalla giunta del loro uomo di punta, Luciano Loiacono, e il respingimento di varie proposte avanzate neli ultimi mesi (su tutte, la costituzione di una nuova società comunale per il trasporto pubblico lasciata cadere nel vuoto).

«Fin quando sosterremo questa maggioranza - paggiunge Niccoli - non firmeremo nessuna mozione di sfiducia verso il sindaco Marchionna. Non siamo sicuramente soddisfatti del percorso che si sta facendo e per questo, come abbiamo detto più volte, chiediamo e auspichiamo un confronto con il sindaco e con i partiti della coalizione rispetto al programma elettorale e alle azioni future da intraprendere per comprendere dove vogliamo arrivare. Oggi la priorità non possono essere le poltrone ma deve essere la crisi occupazionale che sta investendo la città; è giunto il momento di lavorare sulle soluzioni ai problemi. In questo senso, è necessario cambiare rotta e se ciò non dovesse accadere, noi faremo le nostre valutazioni, che chiaramente saranno consequenziali. Certo è che non intendiamo galleggiare».

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