la svolta

Brindisi, Enel accelera: banchina liberata nel 2026. L’area demaniale a gara nella primavera del 2025

andrea pezzuto

Nelle scorse ore il colosso energetico ha presentato un nuovo cronoprogramma che prevede l’avvio degli interventi di smantellamento entro il prossimo anno.

Enel batte un colpo. Nelle scorse ore la società ha inviato all’Autorità portuale un crono-programma per lo smantellamento della banchina dove viene movimentato il carbone destinato alla centrale termoelettrica. La novità è che Enel ha assunto l’impegno di accelerare sensibilmente le operazioni di liberazione della banchina, sulla quale si registra l’interesse di tanti operatori, su tutti Grimaldi. Precedentemente, il colosso energetico aveva previsto nel proprio piano di decommissioning il 2028 come termine per la conclusione delle operazioni. Nel piano consegnato giovedì all’ente portuale, invece, la completa liberazione della banchina è fissata per la fine del 2026. Il piano di Enel, che dovrà essere discusso nel Comitato di gestione dell’ente portuale, contempla l’avvio dei primi interventi sul molo già dalla seconda metà del 2025. Ciò consentirà all’Autorità portuale di mettere a bando l’area demaniale già il prossimo anno. Il soggetto che si aggiudicherà la concessione potrebbe avere a disposizione le prime aree liberate già a metà del 2026. Lo smantellamento richiederà circa 18 mesi di tempo (da metà 2025 a fine 2026). Un cambio di paradigma notevole, dato che in precedenza Enel aveva lasciato intendere che avrebbe iniziato a muoversi solo dopo il 31 dicembre 2025, data fino alla quale la centrale dovrà restare operativa per garantire la sicurezza energetica del Paese, anche se nell’impianto non viene bruciato carbone oramai da un anno.

L’accelerazione garantita da Enel consentirà di guadagnare tempo prezioso per l’insediamento di un nuovo operatore economico, che potrà assorbire i lavoratori dell’indotto della centrale.

L’impegno assunto da Enel consentirà all’Autorità portuale di giustificare con minori difficoltà il rilascio di una nuova concessione annuale alla multinazionale, superando - con l’avallo del Governo - il parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti, che ha intimato all’Authority di non prorogare la concessione in mancanza di un piano di investimenti.

Certo è che l’ente portuale chiederà a Enel un canone maggiorato, dato che quella banchina resterà «improduttiva» per un altro anno.

Ieri il sindacato Cobas e una delegazione di cassintegrati della Sir sono stati ricevuti dall’Autorità portuale, che «solo quando avrà certezza della dismissione della banchina - spiega Bobo Aprile, leader del sindacato - potrà bandire una gara per l’utilizzo delle banchine ripulite. Dalle voci che abbiamo raccolto, sembra che siano numerose le aziende interessate a quelle banchine per nuove opportunità lavorative. Adesso si pone il problema dei tempi. Per questo è importante l’incontro che avremo in Prefettura martedì prossimo, quando chiederemo il sostegno per una interlocuzione con il Governo. Bisogna sapere se i fondi necessari per il 2025 per la cassa integrazione sono stati inseriti nella legge di Bilancio 2024. Siamo a una svolta epocale. Sarà dura attendere fino all’avvio delle nuove attività economiche ma il Cobas - conclude Aprile - si impegnerà a sostenere i lavoratori della Sir, di Cerano, del petrolchimico e delle altre zone di crisi».

Privacy Policy Cookie Policy