la tassa
Brindisi, boom Tari per famiglie e imprese nel 2025: costerà 10 milioni in più
Previsti centinaia di euro di incremento per ogni nucleo
L’anno prossimo la Tari potrebbe aumentare di circa 10 milioni di euro. La sentenza del Consiglio di Stato sulla illegittimità delle tariffe calmierate per i conferimenti negli impianti dei rifiuti «minimi» ha portato a un ritocco all’insù dei costi di conferimento. Così il Comune di Brindisi, a causa di una percentuale di differenziata che fatica a superare il 40 per cento, deve adeguare i costi per 3,5 milioni di euro per il corrente anno, più altri 3,5 milioni di euro per il 2025. A questi sette milioni che si scaricheranno nel 2025, vanno aggiunti - salvo vittorie nei ricorsi - i 2,5 milioni di euro come conguaglio per i conferimenti pregressi, le cui tariffe calmierate - come detto - sono state considerate illegittime dai giudici amministrativi.
Non è finita qui. A questi 9,5 milioni di euro di Tari aggiuntiva si deve applicare il calcolo del fondo dei crediti di dubbia esigibilità, pari al 30 per cento della somma. Gli oltre 2 milioni di fondo aggiuntivo comporteranno un equivalente taglio della spesa. Per le famiglie, si tratterà di un autentico salasso. È stata effettuata una proiezione secondo la quale, su 700 euro di Tari, i 3,5 milioni aggiuntivi varranno poco più di 100 euro di aumento. Estendendo il calcolo ai 9,5 milioni di incremento previsti nel 2025, si comprende quale batosta riceverebbero i brindisini.
A fronte di questa situazione, il consigliere di maggioranza Roberto Quarta rilancia la necessità di dotare la città di un termovalorizzatore. «È previsto un aumento della Tari del 50 per cento. Il dirigente Falco ha evidenziato come il conferimento in discarica e le basse percentuali di raccolta differenziata abbiano un impatto significativo su questo aumento. Da oltre un anno sottolineo la necessità di incentivare i controlli e la lotta all'evasione. È giunto inoltre il momento - conclude Quarta - di considerare seriamente l'attivazione di un impianto di incenerimento dei rifiuti come possibile soluzione al problema». I consiglieri di opposizione rincarano la dose: «A causa del pressappochismo dell’attuale amministrazione, che ha confermato incomprensibilmente le tariffe relative al 2022 non tenendo conto delle tariffe stabilite da Ager, il 2025 si preannuncia un annus horribilis per la Tari». Mentre il Comune di Brindisi a luglio ha confermato le tarife del 2022, il Comune di Ostuni sterilizzava un incremento del Pef, validato da Ager nel giugno scorso, pari a 790mila euro attraverso la tassa di soggiorno e il recupero dell’evasione. A Mesagne il sindaco Matarrelli rivendicava di aver aumentato la Tari in misura minore rispetto all’incremento degli indici Istat, che si assestano al 17 per cento. A Lecce il costo è addirittura diminuito grazie a una percentuale di raccolta differenziata del 70 per cento che ha consentito di ricevere un contributo straordinario dalla Regione di 800mila euro. «Tra aumenti diretti e oneri riflessi - prosegue la minoranza - è previsto un incremento dei costi che oscillerà tra i 9 e i 12 milioni di euro circa. Un vero salasso sia per le famiglie che per le aziende della zona industriale, che subiranno una maggiorazione della Tari tra il 35 e il 50 per cento».