Il caso

Ostuni, la Soprintendenza ferma il megaresort di lusso sul mare finanziato dagli israeliani: «Errori nella procedura»

Massimiliano Scagliarini

L’investimento da 100 milioni progettato dal sindaco del comune del Brindisino. Il parere favorevole della Regione che aveva bocciato il progetto fotocopia di Costa Ripagnola

OSTUNI - Un resort esclusivo sull’ultimo tratto non urbanizzato della costa di Ostuni, con un investimento da 100 milioni da parte di un fondo israeliano e una singolare serie di coincidenze nell’iter di quella che potrebbe essere la nuova Borgo Egnazia, il complesso che ha ospitato l’ultimo G7, ma ancora più lussuosa e soprattutto a pochi passi dal mare. Un progetto contestatissimo su cui, adesso, è arrivato l’altolà del ministero dei Beni culturali: la Soprintendenza di Lecce ha infatti chiesto al Comune la revoca in autotutela della Valutazione ambientale strategica.

Il progetto che riguarda la costa sud di Ostuni è riconducibile a una società italiana che si chiama Merletto, ma è finanziato dal fondo Omnam che fa capo al finanziere Yaniv Medalsy, un israeliano residente a Londra che da due anni sta facendo shopping di alberghi di lusso in tutta Italia. La struttura di Ostuni dovrebbe essere gestita dalla catena Four Seasons con 120 stanze, 30 suite in ville indipendenti, piscine, sei ristoranti e shopping center con marchi del lusso. Un complesso capace di ospitare fino a 600 persone, trasformando un’area fronte mare di 317mila metri quadrati, cioè oltre 30 campi di calcio.

L’area di intervento è grande due volte quella di Costa ripagnola, tra Cozze e Polignano, dove dovrebbe sorgere il resort di lusso su cui si sono concentrati i «no» degli ambientalisti e della stessa Regione, che per contrastare (invano) l’investimento ha istituito un’area protetta. Nel caso di Ostuni, dove il progetto prevede di realizzare una volumetria 15 volte maggiore, la Regione non solo non ha battuto ciglio ma ha anche rilasciato un parere positivo, nonostante il fatto che la prima versione del progetto prevedesse di costruire in aree destinate a standard, e nonostante - appunto - il «no» della Soprintendenza...

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