i nodi dell’industria
I traghetti «green» lasciano Brindisi
Verso Taranto l’investimento da 130 milioni di euro e 600 posti di lavoro. Il progetto di Capo Bianco potrebbe essere spostato nell’area ex Yard Belleli
L’Adriatic Green Shipyard starebbe valutando di abbandonare Brindisi e di spostare l’investimento da 130 milioni di euro a Taranto. La società ha manifestato da tempo la propria intenzione di realizzare a Brindisi, nell’area contermine Capo Bianco, un cantiere navale per la costruzione di traghetti e unità hi-speed innovative a impatto ambientale minimo, con sistema di propulsione dual-fuel elettrico. Più precisamente, è prevista la costruzione di navi ro-pax fino a 150 metri di lunghezza, di traghetti bidirezionali da 100 metri per tratte brevi e di unità hi-speed da 50 metri di lunghezza.
Nel business plan si parla di 600 lavoratori a pieno regime e della costruzione di tre imbarcazioni l’anno. Il cantiere dovrà essere operativo entro il 2027. La condizione posta, però, è che la colmata da almeno 15 ettari sulla quale insediare il sito produttivo venga realizzata con fondi pubblici. Servono 70 milioni di euro. «Utilizzeremo in parte - spiegò nel dettaglio Francesco Cuppone, amministratore delegato dell’Adriatic Green Shipyard - strumenti nazionali, e mi riferisco al Contratto di sviluppo gestito da Invitalia, in parte strumenti regionali, come i Programmi integrati di agevolazione per gli aspetti legati alla ricerca e allo sviluppo. Andremo sul mercato a cercare risorse finanziarie guardando al venture capital e al sistema bancario.
Il cantiere sarà dotato di un syncrolift di grande capacità di sollevamento, potendo così lavorare non solo sulle nuove costruzioni ma anche sulle riparazioni». Nel novembre scorso, a margine della visita a Bari di Matteo Salvini, una delegazione della società ebbe l’opportunità di presentare il progetto al ministro dei Trasporti, ottenendo l’impegno che, a stretto giro, sarebbe stato fissato un appuntamento a Roma. «Dal Governo - commentò Cuppone a margine dell’incontro con Salvini - abbiamo ricevuto un’apertura importante. Il ministro conosceva il progetto, lo apprezza in maniera particolare e ci audirà presto per scendere nei dettagli del problema, così da capire come procedere. Questo ci convince a insistere su Brindisi e ad andare avanti». Gli investitori lamentano però di non aver ricevuto segnali dalla politica. Da qui, l’idea di volgere lo sguardo verso Taranto.
In un primo momento, il cantiere navale sarebbe dovuto sorgere in Sardegna. Poi, a seguito del coinvolgimento di un soggetto pugliese, è stata valutata la possibilità di spostare l’investimento nel tacco d’Italia. In Puglia, la prima opzione vagliata dal gruppo imprenditoriale era quella di investire nell’area ex Yard Belleli, ossia quella dove si sarebbe dovuto insediare Ferretti Group. Adesso che l’azienda leader nella costruzione di barche di lusso ha annunciato di voler rinunciare all’investimento su Taranto, i vertici di Adriatic Green Shipyard starebbero valutando di spostare il progetto da Capo Bianco all’area ex Yard Belleli. La banchina va bonificata ed i ritardi nei lavori sarebbero stati alla base del disimpegno di Ferretti, il cui progetto aveva un valore complessivo di 200 milioni di euro (137 milioni di finanziamento pubblico per il completamento della bonifica e le opere di infrastrutturazione e 63 milioni di investimento privato).
La riflessione che stanno facendo i soci dell’Adriatic Green Shipyard è che i tempi per la bonifica di quell’area potrebbero essere inferiori rispetto a quelli utili per la realizzazione della colmata nel porto di Brindisi. Anche perché, come detto, i 70 milioni di euro per infrastrutturare la zona limitrofa a Capo Bianco non sono stati ancora reperiti.