Il caso

Omicidio Stasi a Francavilla, niente processo abbreviato per il complice di Borracino

Stefania De Cristofaro

Cristian Candita accompagnò in auto il presunto killer fino all’abitazione dove Paolo Stasi viveva con la famiglia

FRANCAVILLA FONTANA - No al processo con rito abbreviato per Cristian Candita, 22 anni, imputato per l’omicidio di Paolo Stasi, ucciso a colpi di pistola, il 9 novembre 2022 davanti al portone dell’abitazione in cui viveva con la famiglia, in via Occhi Bianchi a Francavilla Fontana. La Corte d’Assise di Brindisi presieduta da Maurizio Saso (a latere Simone Orario), ieri, ha respinto la richiesta presentata dal difensore Michele Fino essendo state contestate le aggravanti dei futili motivi e della premeditazione che rendono il reato ostativo.

Candita, residente nella Città degli Imperiali e attualmente in carcere, era presente in aula: è accusato di concorso nell’omicidio per aver accompagnato in auto Luigi Borracino, ritenuto l’esecutore materiale. Borracino all’epoca dei fatti non era ancora maggiorenne e nei suoi confronti procede la procura dei minori. Il gup del tribunale dei minori deciderà il 12 febbraio prossimo sulla richiesta di abbreviato, condizionata alla perizia psichiatrica, avanzata dal difensore di Borracino, Maurizio Campanino per accertare la capacità di discernimento.

I futili motivi, stando all’imputazione, sono riconducibili a un debito di 5mila euro che Paolo Stasi avrebbe accumulato assieme alla madre per il consumo di sostanze stupefacenti. La sostanza stupefacente sarebbe stata introdotta nell’abitazione della famiglia dopo «un accordo espresso con la madre» di Stasi e sarebbe stata «custodita e confezionata».

Nel processo è imputata anche la madre del 19enne ucciso, Addolorata D’Errico, 50 anni, per detenzione di droga (difesa dall’avvocato Francesco Monopoli), assieme a Cosimo Candita 40, e alle fidanzate dei due accusati di omicidio, Marirosa Mascia e Sara Canovari. Pasquale Moldavio, imputato con identica accusa, dopo aver chiesto il processo abbreviato, è stato condannato a quattro anni. Stralciata per difetto di notifica, la posizione di Giovanni Di Cesaria, 25 anni.

Stando alla ricostruzione dei fatti, basata sulle immagini delle telecamere della zona e sul traffico telefonico, Candita era alla guida dell’auto. Borracino si sarebbe steso sui sedili posteriori e avrebbe telefonato a Stasi dicendogli di scendere. Davanti al portone, dopo averlo visto, sparò due colpi. Stasi era in ciabatte.

La premeditazione è stata contestata perché è emerso un precedente sopralluogo, risalente al 5 novembre.

I genitori e la sorella di Paolo Stasi, rappresentati dall’avvocato Domenico Attanasi, si sono già costituiti parte civile chiedendo il risarcimento dei danni, in caso di condanna. Non solo quelli parentali, per la perdita di un familiare, anche il «danno catastrofico conseguente alla sofferenza del ragazzo» che, «dopo essere stato raggiunto da due colpi di pistola, non è morto subito e ha avuto il tempo di rendersi conto che la sua vita stava finendo». Il 27 febbraio, così come disposto dalla Corte, saranno ascoltati i primi testi citati dal pm Giuseppe De Nozza, tra i quali figurano il padre e la sorella di Paolo Stasi. In occasione della prossima udienza sarà, inoltre, conferito incarico a un perito per la trascrizione delle intercettazioni.

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