Il caso
Enel, banchina del carbone nel porto di Brindisi: stop concessione si va verso nuova gara
Va riscritto il futuro di parte della banchina di Costa Morena in concessione ad Enel; concessione in scadenza al 31 dicembre 2023 con società ed Authority che nei mesi scorsi avevano avviato contatti per il suo prolungamento fino al 2025
BRINDISI - «Non appaiono soddisfatti i requisiti per la richiesta di estensione della durata della concessione» della banchina Enel nel porto brindisino: si andrà prestissimo a gara. Una nota dell'Autorità di Regolazione dei trasporti ha risposto ad una nota inoltrata dall'Autorità di sistema portuale del Mare Adriarico meridionale circa l’istanza di concessione a chiusura del ciclo produttivo di Enel produzione ed è chiara: «La concessione vigente, che si ipotizza di estendere, ha una durata di appena 2 anni, ben inferiore al minimo richiesto - si legge -, e non appare correlata alla realizzazione di nuovi investimenti (...); inoltre, alla luce delle disposizioni richiamate, ai fini dell’estensione della durata non appaiono soddisfatti i seguenti ulteriori requisiti: a) presenza di interventi non previsti nel programma per il cui recupero si richiederebbe l’estensione; b) autorizzazione degli interventi di cui al punto precedente, ove effettivamente presenti, concessa almeno 3 anni prima della scadenza della concessione;...».
Insomma va riscritto il futuro di parte della banchina di Costa Morena in concessione ad Enel; concessione in scadenza al 31 dicembre 2023 con società ed Authority che nei mesi scorsi avevano avviato contatti per il suo prolungamento fino al 2025, anno in cui è previsto il phase out dal carbone con la centrale «Federico II» di Cerano, che cesserà di produrre energia bruciando carbone. Cerano dovrebbe essere altro con le energie rinnovabili, fra mini-eolico, fotovoltaico soprattutto e accumulo, mentre le attività in banchina avrebbero avuto il loro fulcro con Enel Logistics creata ad hoc. In occasione dell’audizione in Comune sul deposito di Gnl di Edison, tuttavia, il segretario generale dell’Authority, Vespasiani, aveva informato che si era «ordinato ad Enel di preparare entro il 15 novembre il piano di smantellamento di tutte le strutture in attesa di quanto sarà restituita agli operatori e speriamo che siano nuovi investimenti anche da quell’altra parte, quando Enel smantellerà tutta la banchina per il fine vita della concessione».
E trattandosi di una delle poche banchine ambientalizzate in Italia, con un sistema di raccolta delle acque meteoriche, gru e benne per lo scarico del carbone e una macchina per il caricamento su nave di gessi e ceneri prodotti dalla centrale, Enel punta a far restare la strumentazione a disposizione del porto e degli utilizzatori futuri. Ma le legge obbliga il ripristino dei luoghi e quindi serve un piano di smantellamento con il presidente Ugo Patroni Griffi che, solo qualche settimana fa era stato chiaro: «Se Enel ci porta un privato che le vuole, ne possiamo riparlare. Ma il salto nel vuoto noi non lo facciamo. Se prima della scadenza della concessione dovesse esserci un soggetto che si candida ad ottenere la banchina mantenendo le attrezzature e ci assicura una buona quantità di traffici, chiaramente buon per loro. Ma certamente l’Autorità non può acquisire al demanio delle opere che sono comunque impattanti e che possono creare un ostacolo allo sviluppo della portualità senza sapere se ci sia o meno un soggetto che le vuole utilizzare».