Il caso
Brindisi, strage di pini in via Cappuccini tra lo sconcerto dei residenti
Vari gli esemplari abbattuti per fare spazio ad alcuni campi di padel
BRINDISI - Strage di pini (recisi almeno una dozzina di esemplari) in via Cappuccini.
E’ successo ieri mattina, tra l’incredulità e lo sconcerto dei residenti, all’interno di un terreno dislocato nel tratto finale della lunga arteria, nell’omonimo quartiere cittadino. C’è chi ha chiesto l’immediato intervento della Polizia Locale, ma gli agenti intervenuti sul posto non hanno potuto fare altro che constatare, con grande disappunto degli abitanti della zona, che tutto era perfettamente in regola, trattandosi di un suolo privato.
Ma cosa è successo? Perché sono stato recisi tutti quegli alberi? Alla domanda posta dalla gente agli operai intenti a lavorare, la risposta è stata: sarà realizzato un impianto sportivo con campi di padel. Questo vuol dire, dunque, che il terreno in questione ha subito un cambio di destinazione d’uso: da area adibita al verde pubblico, è diventata area edificabile. Il tutto - e questo è l’aspetto più paradossale della vicenda - con l’avallo della precedente amministrazione. La richiesta, infatti, di cambio di destinazione è stata approvata nell’ultimo Consiglio comunale, prima che avesse inizio l’era Marchionna, incontrando il parere favorevole dei consiglieri. Ed è proprio qui che si riscontra il paradosso, laddove a dare il beneplacito alla morte di 10-15 pini è stata l’Amministrazione guidata dall’ex sindaco Riccardo Rossi, quella cioè che si è sempre professata ambientalista e orientata alla sostenibilità.
Ancor più grave è poi la motivazione addotta, secondo la quale tutti quei pini rappresentavano un pericolo per la pubblica incolumità, solo perché alcuni di essi (ma non tutti) erano cresciuti storti e, come tali, potevano essere sacrificati senza alcun problema. «Ma quale pericolo, non è vero niente - si lamentava ieri uno dei residenti - e poi chi ha stabilito che vi sia un rischio per l’incolumità pubblica? E’ stata fatta una perizia? Tutte chiacchiere e, intanto, noi perdiamo un piccolo “polmone” verde a due passi da casa».
In ragione di ciò, ieri mattina si è dato inizio alla strage e tutti i pini sono stati totalmente recisi per creare le condizioni adatte alla costruzione dell’impianto sportivo.
Per carità, ben vengano gli investimenti dei privati sotto questo profilo (anche perché l’impiantistica sportiva in città è carente e il padel, in particolare, vanta a Brindisi tanti estimatori e appassionati), anche in un’ottica generale di crescita del territorio, ma non al prezzo del sacrificio di un numero così elevato di alberi.
Quei pini, peraltro, vennero piantati circa trent’anni fa, durante l’era Antonino, su input di Legambiente: venne fatta anche una cerimonia e tutti plaudirono all’iniziativa.
Avessero i promotori saputo la sorte che a distanza di anni sarebbe toccata a quelle piante messe a dimora con tanta cura e amore, verosimilmente... avrebbero desistito dall’intento.
Lettera aperta al sindaco Marchionna. Legambiente non ci sta e chiede chiarimenti
Legambiente non ci sta e, con una lettera al sindaco Marchionna, chiede che la vicenda venga approfondita e chiarita. «La piantumazione di quegli alberi - afferma il presidente provinciale Doretto Marinazzo - risale agli anni ‘90 quando si tramutò in realtà l’idea di creare un’area verde contigua al Cesare Braico e, negli anni, gli abitanti della zona hanno garantito la manutenzione e la salvaguardia della pineta. Più volte abbiamo ricevuto segnalazione di abbattimenti: solto per citare un caso, nell’agosto 2019 fu riscontrato uno spianamento con abbattimento di alberi e danneggiamento di altri, che gli abitanti della zona collegavano alla volontà di creare un parcheggio funzionale all’attività della struttura sportiva adiacente. Invitata a dare conto su questo e sull’esistenza di varianti rispetto alla destinazione urbanistica della zona, la precedente Amministrazione non ha mai risposto».
Ed ancora: «Oggi si sta procedendo all’abbattimento di tutti i pini - continua Marinazzo -. A quanto risulterebbe, in uno degli ultimi consigli comunali della precedente consiliatura, è stata approvata una variante urbanistica che legittima l’abbattimento e l’eventuale privatizzazione di quel polmone verde creato da Legambiente e fortemente voluto e difeso dai cittadini del quartiere. Supponiamo che vi sia una relazione tecnica a sostegno, ma abbiamo una lunga serie di interventi effettuati in città in assenza di un vero pericolo e, paradossalmente, dobbiamo pensare che i pini non siano graditi all’Amministrazione comunale, lo diciamo perché abbiamo numerosi riscontri diretti che sembrano far prevalere interessi privati più o meno legittimati e soprattutto le foto che documentano lo scempio in corso in presenza di alberi perfettamente in asse rispetto al terreno, di pochi alberi piegatisi anche per il fenomeno naturale fototropismo. Con la presente, si chiede pertanto al sindaco immediato riscontro con allegata documentazione tecnica a supporto e si chiede altresì di fermare il danno e gli eventuali reati conseguenti, riservandosi ogni azione dovesse rendersi necessaria in presenza di un periculum in mora a danno dell’ambiente».